In merito alla concessione del terminal Multipurpose, il Presidente dell’Autorità Portuale di Genova, Luigi Merlo, dichiara che “siamo all’epilogo di una lunga storia che ha condizionato negativamente per molti anni lo sviluppo e la crescita del porto. Siamo al capitolo finale di un modo di concepire il porto che contrasto e che non deve esserci più. Il nostro scalo merita imprenditori di alto profilo che vadano oltre le tristi liti da comari. L’Autorità Portuale, con grande impegno, ha fatto quanto la legge gli consente per tutelare imprese e lavoratori. Da parte di alcuni operatori è stata persa una grande occasione per dimostrare lungimiranza e solidarietà, dando vita – attraverso una reale collaborazione tra i diversi soggetti – ad un grande operatore logistico genovese di valenza internazionale. La risposta a questa idea è sotto gli occhi di tutti. Grendi ha partecipato ad una gara ed ha perso, ha fatto ricorso al Tar ed ha perso, non riesco a comprendere le ragioni per le quali non possa operare da cliente come tutti gli armatori. Chi confonde la legalità con la gestione notarile non può essere in buona fede. Io lavoro a favore della trasparenza, del libero mercato, della concorrenza. Osservo che siamo passati dal Cap all’Autorità Portuale, i presidenti che si sono alternati sono stati molti, mentre gli operatori che litigano sono sempre gli stessi. La domanda da porsi è dove sta il problema: nel pubblico o in una componente privata caratterizzata da componenti autodistruttive? Infine tranquillizzo sui piani di impresa per i quali l’Autorità Portuale ha fatto pienamente il suo dovere aprendo per tempo le istruttorie i cui primi esiti saranno comunicati nel Comitato Portuale già stabilito per il prossimo 29 giugno. Nonostante tutto è mio dovere, sino al termine del Comitato Portuale di oggi, lavorare per continuare a cercare soluzioni corrette a tutela dei traffici e dei lavoratori coinvolti e spero che la comunità portuale tutta mi sostenga in questo sforzo.” Rifiutando di svolgere le sue attività come cliente di un terminal. Grendi minaccia di lasciare il porto di Genova, dopo aver perso la gara per l’assegnazione del terminal Multipurpose. Perché, sostiene l’azienda, “«noi non possiamo essere clienti. Con una sola linea dobbiamo controllare sia lo scalo di partenza che lo scalo di arrivo”.