La Corte dei Conti rileva che dalla gestione per il 2007 di Rfi, la società del gruppo Fs che gestisce la rete ferroviaria, «emerge anche la situazione di difficoltà, finanziaria ed operativa che sussiste per la prosecuzione del progetto alta velocità/alta capacità con particolare riferimento al cosiddetto asse orizzontale, Milano-Genova, Milano-Venezia-Padova».

 

Il progetto, avviato nel 1993, a fine 2006 ha visto raddoppiare i costi a «circa 32 miliardi di euro» dai 15,5 previsti nel 2002.

 

La Corte, che sottolinea l’impatto del decreto del 2008 «che ha disposto il ripristino senza soluzione di continuità delle convenzioni stipulate da Tav Spa con i contraenti generali» (che erano state revocate da un decreto legge dell’anno prima), indica quindi in una nota di non poter «non richiamare l’attenzione sulla straordinaria complessità del quadro che emerge e che deve essere valutato in tutte le implicazioni per individuare tempestivamente i possibili rimedi e le scelte più opportune, sia ai fini del contenimento dei costi sia al fine di evitare ripercussioni sull’ordinato andamento dei lavori».

 

(da: shippingonline.ilsecoloxix.it del 20.07.2009)