Ancora non è chiaro se e come il testo di legge che riforma la legge 84 sui porti regolerà temi come l’autonomia finanziaria delle Autorità portuali o l’organizzazione del lavoro. Una cosa però sembra certa: “Nel predisposto disegno di legge governativo avente ad oggetto la riforma dell’ordinamento portuale, che ritengo possa essere approvato in tempi brevi dal Consiglio dei ministri, viene nuovamente ricompresa tra le Autorità portuali anche quella di Trapani”.

 

Lo ha assicurato il ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Altero Matteoli, rispondendo al presidente della Provincia di Trapani, Giuseppe Poma, che lo scorso 18 gennaio aveva chiesto chiarimenti sul futuro dello scalo siciliano. A convincere il ministro è stata la relazione dell’ammiraglio Federico Biroli, che avrebbe confermato l’esistenza delle condizioni per ricostituire l’Authority.

 

Quello di Trapani è l’unico scalo, fra i 25 compresi nella legge 84, in cui sia stata soppressa l’Autorità portuale. Le reazioni locali però sono state così accese che Roma è tornata sui suoi passi. La soppressione dell’Authority avvenne nel 2007 e voleva essere un primo passo nella riduzione di questi enti, a cui a parole puntano i due schieramenti politici che si sono alternati al governo negli ultimi anni.

 

Due legislature fa, il predecessore di Matteoli, Pietro Lunardi, tentò con un blitz di istituire 12 Autorità portuali di interesse strategico, ma fu stoppato in Parlamento. Il ministro dei Trasporti Alessandro Bianchi provò negli anni successivi con una “politica del carciofo”, abolendo uno a uno gli enti che non rispondevano ai requisiti della legge 84. Sembrava che oltre a Trapani dovesse sparire anche l’Authority di Manfredonia, ma l’operazione per farla confluire con Bari in un’Autorità del Levante è attualmente congelata in attesa di una pronuncia del Tar del Lazio.

 

Dalla sua istituzione nel 2003, l’Autorità portuale è ancora nella fase di commissariamento precedente alla nomina del primo presidente e del primo Comitato. Nel frattempo i commissari sono diventati due. In vista delle elezioni amministrative è anche scoppiata una polemica politica fra uno dei commissari e il candidato sindaco di Manfredonia del Pd, che ha parlato apertamente di “anomalie gestionali”.

 

Altrettanto intricata la questione dell’Ente porto di Messina, che il presidente delle Sicilia, Raffaele Lombardo, aveva commissariato a dicembre in vista della soppressione, dopo anni di contenziosi sulle aree con l’Autorità portuale. In seguito a una pronuncia del Consiglio di giustizia amministrativa favorevole all’Ente, Lombardo è tornato sui suoi passi.

 

(da: shippingonline.ilsecoloxix.it del 19.02.2010)