Che il destino dei porti di transhipment fosse più a sud di Gioia Tauro, sulle sponde del Nord Africa in rapida espansione, Luigi Merlo l’ha già detto in più occasioni, attirandosi gli strali dei colleghi Giovanni Grimaldi (Gioia Tauro), Paolo Fadda (Cagliari), Salvatore Giuffrè (commissario a Taranto).

Chissà quindi cosa succederà il prossimo 22 aprile quando il presidente del porto di Genova, con un nuovo passo in avanti, si presenterà a Milano per assistere alla presentazione ufficiale in Italia di TangerMed, il maxi porto marocchino che degli scali di trasbordo italiani (e non solo) è primo concorrente. Non una semplice presenza, in verità, ma probabilmente il primo passo di un’alleanza per la creazione di un nuovo corridoio tra l’Italia e il Nord Africa destinato a mettere in fibrillazione gli hub italiani messi a dura prova da crisi e concorrenza africana.

L’incontro in questione è stato organizzato dalla Camera di Commercio di Casablanca ed è rivolto soprattutto a quelle aziende italiane che vogliono installare parte delle loro attività sulla sponda sud del Mediterraneo, sfruttando la zona franca che va sviluppandosi appena dietro le banchine gestite da Contship (sì, lo stesso gruppo che presidia Gioia Tauro e Cagliari) e Apm Terminal (gruppo Maersk).

L’obiettivo dei nord-africani è fungere da snodo per i traffici dal Far East, ma anche installare attività produttive legate ai traffici portuali dove i semilavorati vengano assemblati e rilanciati sui mercati europei. Qui sta il ruolo di Genova: ai nord-africani serve una porta per l’ingresso in Europa. E una di queste “porte” potrebbe essere proprio Genova. Così è nato il corteggiamento del porto marocchino allo scalo del capoluogo ligure che Luigi Merlo conferma: «È un progetto che stiamo portando avanti e che ovviamente non è contro nessuno, ma solo mirato a sviluppare una rete che dal Nord Africa raggiunge Genova e si irradia in tutta Europa, attraverso il corridoio 24».

Intese per facilitare gli scambi sono state strette, nei mesi scorsi, con porti indiani e cinesi, Tianjin in prima fila. TangerMed e il Marocco sarà il prossimo obiettivo? Molto è ancora da discutere ma è ovvio che ai presidenti dei porti di Gioia Tauro, Cagliari, Taranto l’iniziativa non farà piacere. Il rischio che Tangeri cannibalizzi gli scali italiani è tutt’altro che remoto.

TangerMed ha oggi una capacità di movimentazione di circa 3,5 milioni di teu. L’obiettivo però – le ruspe sono al lavoro – è costruire entro il 2016 un maxiporto da 8,5 milioni di contenitori che, insieme agli altri cugini africani, potrebbe funzionare come una spugna che assorbe le attività sinora svolte da Valencia e Algeciras in Spagna, il Pireo in Grecia, Gioia Tauro, Cagliari e Taranto in Italia.

Non sono scenari futuribili, ma cronaca economica di questi giorni: Maersk ha annunciato che sposterà un traffico di 500.000 teu l’anno da Algeciras a Tangeri, dove i costi di movimentazione sono di molto minori, complice anche la manodopera a buon prezzo.

(da: lavvisatoremarittimo.it del 13.04.2010)