Parte con il piede sbagliato l’introduzione della scheda di trasporto, un documento voluto dal governo per tracciare le responsabilità dei trasporti di merce su strada. L’intento è quello di garantire una maggiore sicurezza sulle strade, un tema molto sentito soprattutto nel periodo estivo. Ma il risultato rischia di creare un danno alla catena distributiva. Gli operatori giudicano il provvedimento poco chiaro e in alcune parti contraddittorio. Una richiesta di moratoria sarà discussa già mercoledì prossimo, in un incontro che il sottosegretario ai Trasporti, Bartolomeo Giachino, avrà con la polizia stradale all’interno del Comitato per la sicurezza stradale.

 

La rapidità con cui il testo è entrato in vigore ha colto autotrasportatori e spedizionieri impreparati. La circolare attuativa è stata emanata venerdì 17 luglio e i primi controlli della polizia stradale sono scattati il lunedì successivo, 20 luglio. Per gli autotrasportatori trovati non in regola la sanzione è il fermo amministrativo del mezzo. Si registrano già alcuni episodi di questo tipo, che creano malumore, perché si tratta in gran parte di violazioni compiute in buona fede.

 

Addirittura, l’attività di una piattaforma distributiva nel milanese, appartenente a un grande centro commerciale, è stata bloccata dai controlli effettuati della polizia sui camion che uscivano carichi, ma privi del documento necessario.Del problema, legato all’attuazione delle legge dell’autotrasporto, si è parlato ieri durante un incontro del Propeller Club di Genova, rivolto ai giuristi del settore, ma a cui hanno partecipato anche molti rappresentanti dell’autotrasporto e a cui è intervenuto il sottosegretario Giachino.

 

«Se non si arriva a una moratoria – dice Andrea Tracci, giurista e consulente legale di Fita-Cna, una delle sigle dell’autotrasporto – i casi di blocco della grande distribuzione possono ripetersi. Teniamo conto che siamo anche in un periodo di attività più intensa, con le consegne che si concentrano in questo periodo prima della pausa estiva». Insomma si rischia di vanificare un provvedimento che comunque «è una chiave di volta della riforma dell’autotrasporto del 2005, perché manda il segnale che la merce dev’essere tracciata».

Il sottosegretario ha sottolineato che la circolare, che rende attuativo un decreto interministeriale dello scorso 4 luglio, va giudicata tenendo conto che nel frattempo è entrato in vigore il nuovo codice della strada:«Insieme, queste norme danno un’efficacia mai vista prima ai controlli».Gli spedizionieri tuttavia restano preoccupati: «C’è molta confusione, sembra che la circolare sia addirittura in contraddizione col decreto legislativo», afferma Roberta Oliaro, presidente di Spediporto. «La prossima settimana – prosegue – faremo un incontro con i nostri associati e i nostri legali per fare chiarezza».

 

«C’è – afferma a sua volta Giovanni Montali, segretario nazionale Fita – un po’ di schizofrenia legislativa, dovuta al fatto che il governo è pressato da un’anno da Confindustria perché venga smontato l’impianto della norma, che siamo riusciti a ottenere nel 2008, che fra l’altro prevede che i prezzi di trasporto stabiliti nei contratti, almeno in quelli verbali, abbiano un tetto minimo».

 

L’obiettivo di Giachino, che nei giorni scorsi ha scongiurato un fermo dell’autotrasporto, è quello di mettere al più presto intorno allo stesso tavolo committenti e vettori.

 

(da: lavvisatoremarittimo.it del 27.07.2009)