L’Italia non deve essere solo un territorio di transito, ma un polo logistico integrato in grado di prendere parte attivamente al processo produttivo. E per questo occorre pianificare interventi immediati soprattutto «sulle ferrovie che rappresentano il futuro del trasporto». Ad esserne convinto è Giuseppe Smeriglio, Ad della TNT e da quasi un anno alla guida della Confetra, la confederazione che rappresenta oltre 30 mila aziende e 500 mila addetti del trasporto merci e della logistica.
«Il nostro Paese – spiega Smeriglio al sito Infrastrutture e Trasporti – rappresenta per le attività produttive la porta Sud dell’Europa e ha un vantaggio competitivo, rispetto ai grandi porti del Nord Europa di 5-6 giorni, che non deve essere sprecato». In tal senso il presidente della Confetra rileva come vi sia la necessità di pianificare interventi infrastrutturali immediati sui nodi stradali italiani in attesa che vengano portate a termine le grandi opere di fine decennio, ma anche realizzare aree attrezzate per l’intermodalità, come nel caso di Piacenza.
Per Smeriglio, però, l’obiettivo strategico restano le ferrovie: «vero punto di forza per migliorare il trasporto delle merci» che oggi viaggiano per lo più via strada. «Un Paese lungo e stretto, come il nostro, avrebbe bisogno – sostiene – di due dorsali ferroviarie forti in grado di trasportare l’80% delle merci, mentre la gomma andrebbe privilegiata per consegne nel limite di 200-300 chilometri».
Secondo il presidente della Confetra, quindi, bisogna pensare al potenziamento della rete: «dobbiamo essere – sottolinea – ben connessi con l’Europa se vogliamo essere un punto di riferimento per le multinazionali del Far East che nei prossimi anni stabiliranno le loro piattaforme europee». E in tal senso, opere come «l’alta velocità sulla Torino – Lione, linea integrante del Corridoio 5, assumono una valenza strategica straordinaria – spiega – per lo sviluppo del Paese. Ma importanti, visto che il 70% del Pil viaggia su strada e il 50% delle esportazioni passa attraverso i valichi, – aggiunge – sono anche i lavori legati alla seconda canna del Frejius e al Monte Bianco, la terza corsia della A22, il tunnel ferroviario di base del Brennero e i collegamenti con tutto il Mezzogiorno».
In questo contesto anche le autostrade del mare «possono giocare – secondo Smeriglio – un ruolo di primo piano. Il sistema Italia – aggiunge – deve iniziare a ragionare sulle opportunità offerte dai porti: casi come quello di Gioia Tauro, primo per il traffico feeder, dimostrano – rileva – come la strategicità geografica, a volte, sia più importante dell’efficienza operativa. Resta, comunque, il fatto che la vera alternativa per migliorare il trasporto merci – conclude – sia senza dubbio la ferrovia».