Molte norme internazionali che trattano di security, come l’International ships and port security code o la Iso Iec 17799
sulla gestione della sicurezza delle informazioni, richiedono di
stabilire “aree sicure” all’interno delle quali conservare dati o
utilizzare apparecchiature sensibili. Stabilire aree sicure implica due
cose. Innanzitutto occorre proteggerle da intrusioni non autorizzate
lungo tutto il perimetro che le delimita. In secondo luogo, si deve
identificare ai varchi e, eventualmente, richiedere un'autorizzazione a
chi intende accedervi. Il tutto deve avvenire senza disturbare il
normale flusso del traffico. Fortunatamente, esistono numerose
tecnologie che permettono di raggiungere tale risultato.

Nel caso dell'identificazione dei veicoli, gli operatori devono essere
in grado di effettuare il riconoscimento e se è il caso aprire
una barriera senza rallentare significativamente la marcia del veicolo.
L’approccio più diffuso impiega la tecnologia dei transponder;
il sistema è composto da due componenti: un trasmettitore,
installato a bordo del veicolo, e un ricevitore, installato nei pressi
del varco.
I trasmettitori, grandi all’incirca come una coppia di scatole di
fiammiferi, sono attivati direttamente dal ricevitore, a distanze che
possono raggiungere i 50 metri; dotati di una piccola Cpu (central processing unit,
ossia un micoprocessore), essi possono rendere operativi protocolli di
identificazione complessi e difficili da imitare. L’intero processo che
porta all’apertura o meno della barriera è estremamente veloce e
può essere svolto mentre i veicoli viaggiano a velocità
sino a 35 Km/h. Questo sistema viene utilizzato anche per “tracciare” i
veicoli all’interno della zona sicura, consentendo agli operatori di
accertare se si stiano effettivamente dirigendo verso la destinazione
dichiarata.
Un secondo approccio prevede il riconoscimento automatico della targa
del veicolo; questo sistema richiede solo due piccole telecamere e un
personal computer, grazie ai quali si può correlare un numero di
targa con i dati conservati all’interno di un database di
autorizzazione in circa mezzo secondo e con una accuratezza del 95%.
La massima efficacia viene raggiunta accoppiando i due sistemi: in
questo caso la barriera si aprirà solo se il transponder a bordo
del veicolo fornirà il corretto codice di identificazione (Id)
e, contemporaneamente, il sistema a terra riconoscerà la targa.