Nel precedente numero del
Journal abbiamo illustrato come l’Isps Code sia stato concepito per
fornire una risposta alle minacce di natura terroristica nei confronti
dei trasporti via mare.
Il Codice coinvolge tutte le navi passeggeri o da carico operative
sulle rotte internazionali e tutti i porti destinati a ospitarle.
Più precisamente, il Codice si applica a:
§    Navi passeggeri di tipo tradizionale o Hsc (High Speed Craft)
§    Navi da carico, di tipo tradizionale o Hsc, uguali o superiori a 500 tsl
§    Unità mobili di perforazione
§    Interfacce porto – nave
§    Terminal
§    Altre infrastrutture portuali designate dai singoli governi
In sintesi, il Codice identifica un approccio standardizzato di risk management attraverso il quale le parti coinvolte possono rispondere efficacemente a un ampio ventaglio di minacce alla loro sicurezza.
In generale, per essere conforme alle prescrizioni del Codice le navi devono essere equipaggiate con:
§    Un sistema automatico di identificazione (Ais)
§    Un “Continuous Synopsis Record
§    Un sistema di allerta di security
e deve esporre il proprio numero identificativo internazionale.
Inoltre, porti e navi devono:
§    Effettuare  assessment (valutazioni) di security e adottare un piano di security
§    Nominare un “Security Officer
§    Adottare sistemi di security (sorveglianza, allarme, controllo degli accessi ecc.) in linea con le esigenze delineate dai security assessment
Infine, il Codice prevede una serie di adempimenti a carico dei governi aderenti:
§    Stabilire appropriati livelli di security
§    Identificare porti e altre infrastrutture da rendere conformi al Codice
§    Approvare i security plan, eventualmente attraverso autorità designate ad hoc
§    Comunicare ogni informazione rilevante e in
genere mantenere continui contatti con l’Imo, con le compagnie
armatoriali e di gestione dei porti.