Rendere più sicuro il trasporto terrestre, riducendo il divario che oggi esiste con i sistemi modali aereo e marittimo, ove sono già operative regole e misure di sicurezza dettagliate, è il prossimo obiettivo della Commissione europea. La quale nei mesi scorsi ha presentato la prima bozza di un nuovo regolamento che regoli e rafforzi la security nella catena logistica.
La vulnerabilità del sistema dei trasporti aerei, marittimi e terrestri da eventi catastrofici, sia di origine terroristica sia di altra natura, è oggetto di sempre maggiore consapevolezza da parte dei governi e molte iniziative sono state prese in tal senso, per cui ormai si può dire che la security dei trasporti è diventata una questione vitale a livello mondiale. Finora misure efficaci sono state prese nel campo dell'aviazione e in quello marittimo; in particolare, in quest'ultimo campo, è stato emanato negli scorsi anni da parte dell'Imo (International maritime organization) il Codice Isps (International Ships and Port Facilities Security Code) che responsabilizza le imprese marittime e portuali obbligandole a uno sforzo significativo per applicare i nuovi requisiti di security a navi, porti e relativi impianti.
E' oggi essenziale avere un approccio simile a quello dell'Imo per migliorare il livello di sicurezza anche nel trasporto terrestre. Ciò aumenterebbe senza dubbio la sicurezza dell'intero sistema dei trasporti dalla sede di produzione fino al punto di destinazione delle merci.
L'iniziativa di una proposta sul rafforzamento della security della catena logistica in ambito europeo va ad affiancarsi ad altre già intraprese da altre nazioni, come gli Stati Uniti, dove è significativo ricordare programmi come il Csi (Container Security Iniziative), per il controllo del contenuto delle merci caricate in container, o il C-Tpat (Customs-Trade Partnership Against Terrorism) che prevede una serie di procedure di prevenzione e protezione da applicare sulle merci in entrata negli Stati Uniti. Tali programmi, oltre al coinvolgimento degli importatori americani, comportano un forte impatto sulle catene logistiche straniere e in particolare su caricatori delle merci, imprese di trasporto, imprese di spedizione e operatori che effettuano attività di immagazzinaggio, stoccaggio oppure operazioni nei centri intermodali e negli interporti. L'Unione europea stima che siano coinvolti non meno di 5.000.000 di operatori. Ben 500.000 società di varie dimensioni operano, in contesti culturali e commerciali diversi, nel trasporto e nei servizi ausiliari sull'intero territorio comunitario.
Sono senz'altro questi i dati che rivelano come il trasporto terrestre abbia dimensioni assai diverse dal trasporto aereo e marittimo, caratterizzati da un numero limitato di imprese che operano in strutture ben definite e chiaramente controllabili. Le reti stradale e ferroviaria e le vie interne d'acqua sono di enorme estensione e meno controllabili.
E' però impensabile non ridurre gradualmente il divario oggi esistente tra le misure di sicurezza già adottate nel trasporto aereo e marittimo e il livello di sicurezza terrestre né è praticabile la strada di affrontare il problema per aree specifiche perché ciò avverrebbe in un campo di applicazione limitato e non offrirebbe un approccio sistematico alla security. Inoltre renderebbe difficoltosa la gestione operativa, di controlli e mutuo riconoscimento da parte dei vari stati membri dell'Unione europea. Occorre invece adottare un approccio sistematico alla security della catena logistica, con operazioni che inizino nella sede di produzione e terminino al punto di consegna della merce, passando attraverso tutti gli operatori interessati. Sono queste alcune delle considerazioni contenute nel documento dell'Unione europea sul rafforzamento della sicurezza della catena logistica che hanno portato la Dg Tren (Direzione Generale Trasporti ed Energia) a preparare la bozza definitiva di proposta del Regolamento sul rafforzamento della security della catena logistica, identificato dal codice Sec(2006)251 del 27.02.2006, nel quale sono contenuti i requisiti minimi specifici che dovranno essere soddisfatti dagli operatori coinvolti nella “catena”:
1. preparazione delle merci per la spedizione e spedizione dalla sede di produzione;
2. trasporto delle merci
3. inoltro delle merci
4. immagazzinaggio, stoccaggio e operazioni degli interporti
Obiettivo della bozza di regolamento è quello di migliorare la security nella catena logistica senza compromettere la fluidità dei traffici in ambito europeo, stabilendo un criterio di approccio sistematico che quindi possa essere comune a tutti gli stati membri.

Fabio Ziliotto
RINA INDUSTRY