VENEZIA L’ Ecoistituto del Veneto ha definito «assurda l’idea di risolvere il nodo di Mestre portando la Tav, linea ad alta velocità, fino alla gronda della laguna».

 

«In concreto – spiega una nota dell’associazione ambientalista – si vorrebbe superare Mestre sul lato est verso la laguna con una enorme galleria, o peggio viadotti, addosso a San Giuliano, Campalto e Tessera, alle foci del Dese e attraverso i Parchi Archeologico di Altino e Naturalistico del Sile, con l’unico evidente scopo di favorire i progetti di speculazione urbanistica legati alla zona dell’aeroporto di Tessera». «Questa proposta inoltre toglierebbe per sempre da Venezia i treni nazionali e internazionali», afferma la nota, rispondendo tra l’altro alle posizioni espresse sulla Tav a Venezia dal presidente della Commissione trasporti Ue Paolo Costa.

 

Per l’Ecoistituto, «qualora fosse indispensabile dover fare una linea di by pass di Mestre, e ancora non è dimostrato, l’alternativa a questa ipotesi sarebbe potenziare l’attraversamento ferroviario di Mestre lungo i corridoi delle linee ferroviarie esistenti, e quindi per lo più sul lato nord-ovest, in galleria superficiale in vicinanza di zone abitate». «Lo stesso atteggiamento vale per tutta le linee verso Trieste e Udine per le quali vanno ancora dimostrate le reali necessità di integrale e completo raddoppio per inutili prestazioni di altissima velocità. Per ogni potenziamento di queste linee – conclude la nota, firmata da Michele Boato, Carlo Giacomini, Paolo Stevanato – in ogni caso si dovrà sfruttare al massimo tutte le enormi possibilità di raddoppio e riqualificazione lungo i tracciati esistenti, per merci e passeggeri.

 

L’Ecoistituto ha inoltre ricordato di aver prodotto nel 1996 un progetto denominato «RAV – Rete Alta Velocità, che risolveva i problemi della tratta Verona – Padova e dimostrava possibile stare sempre in aderenza alla ferrovia esistente, anche nelle zone urbane di Verona e Vicenza, con pieno rispetto del territorio e delle zone urbane». «Il progetto – rilevano gli ambientalisti – è stato fatto proprio dalla gran parte dei comuni interessati, permettendo così di salvare i Colli Berici dallo sfascio progettato dalla linea Tav che univa in linea retta Verona con Padova passando in mezzo alla zona berico-euganea».