Gli Stati Uniti lanciano una nuova iniziativa per il controllo dei container nei porti di partenza. Dopo la Csi, ormai adottata da più di quaranta paesi in tutto il mondo, è la volta della Secure Freight Initiative (Sfi), mirata a verificare la presenza o meno di materiale nulceare nei contenitori. La fase iniziale prevede il coinvolgimento di sei porti nei quali verranno installati strumenti di rilevamento della radioattività. Si tratta dei porti di Qasim in Pakistan, Puerto Cortes in Honduras, Southampton in Gran Bretagna, Salalah in Oman, Busan in Corea del Sud e Singapore. Il progetto è finanziato in parti uguali dal Dipartimento per la sicurezza nazionale (Dhs) e da quello per l'energia (Doe) con 30 milioni di dollari a testa. Ironia della sorte, tre dei sei porti scelti per questa fase sperimentale (Qasim, Southampton e il terminal Gamman a Busan) sono gestiti da Dp World, la società di Dubai spinta dal Congresso a rivendere sei terminal negli Stati Uniti proprio per timori legati alla sicurezza.