Prendendo spunto dalle numerose iniziative americane e seguendo l'esempio dell'Europa, che si sta muovendo a piccoli passi e forse con le idee non del tutto chiare, anche
Il piano cinese è basato sull'analisi del risk management, sul cambiamento nelle regole della dichiarazione del manifesto prima dell'arrivo della nave in porto e sulla creazione di una figura equivalente all'Aeo (operatore economico autorizzato) europeo, Le cause che hanno spinto il governo a presentarlo vanno dall'aumento a livello mondiale del rischio di attacchi terroristici all'adeguamento agli standars dettati dal Wco (l’organizzazione mondiale delle dogane), passando attraverso le normative americane ed europee in materia.
Il progetto, che mira a una ridefinizione dei principi generali per la security negli interscambi tra Asia ed Europa, prevede una prima fase che coinvolge le movimentazioni di container tra Cina, Inghilterra e Olanda. Gli obbiettivi della fase pilota prevedono, in generale, di testare la sicurezza dell'intera supply chain dal punto di partenza alla destinazione finale e, nello specifico, di analizzare i criteri dell'AEO, progettare uno schema per lo scambio e la protezione dei dati, stabilire un set minimo di regole di rischio, stabilire standard di controllo e implementare le tecnologie necessarie.
Secondo le autorità cinesi, la progettazione e l'implementazione del piano di security hanno lo scopo, innanzitutto, di aumentare il livello di sicurezza dei trasporti e, conseguentemente, facilitare gli scambi, la cooperazione tra le diverse amministrazioni doganali e sostenere lo sviluppo di una standard di controllo che sia reciprocamente riconosciuto.