Sarà stata l'improvvisa calura estiva che ci ha fiaccato il fisico e il morale o forse il vedere l'Irlanda bocciare la ratifica della Costituzione europea e rimettere così in discussione tutta la macchina “Europa Unita”, ridando fiato a personaggi non certo europeisti come il presidente polacco Lech Kaczynski, ma siamo stati colpiti da improvviso scetticismo su quanto si sta facendo (o, guardando da altra angolazione, non si sta facendo) sull'argomento security in Europa.
Le nostre pessimistiche riflessioni nascono sia nel leggere notizie poco confortanti sull'inattività degli operatori del settore che sono fermi in attesa di fare le loro “valutazioni”, come ci conferma l'intervista a Andrea Bogliolo sul numero 1/2008 del Journal of Security, sia da rapporti ufficiali della Commissione Europea dove si indica che nei primi cinque mesi dell'anno sono state inoltrate solo settecento richieste per Aeo in 23 stati membri e che solo 8 stati (Austria, Finlandia, Danimarca, Germania, Ungheria, Olanda, Svezia e Regno Unito) hanno emesso più di 60 certificati, in maggioranza riguardanti la sola “semplificazione doganale”.
Spiace anche riscontrare che ogni stato membro, come testimoniano gli stessi operatori attivi sul campo, fornisce differenti interpretazioni sull'applicazione delle disposizioni per l'ottenimento dello status di Aeo. Non riusciamo a capire il perché di questa situazione, visto che la normativa Taxud è veramente di semplice lettura e facile interpretazione.
Provate a leggere il sito di Taxud e sicuramente concorderete con noi.
http://ec.europa.eu/taxation_customs/customs/policy_issues/customs_security/index_en.htm#auth_eco
Quando, nel numero 8/2007, guardavamo fiduciosi alla scadenza del luglio 2009, data di entrata in vigore della prima disposizione sul vaglio dei carichi (Ics, Import Control System) e della sua emanazione pratica, ovvero la Ens (Entry Summary Declaration), che renderanno pienamente operativa la figura dell’Aeo, non avevamo tenuto conto della lentezza dei governi a ratificare le direttive di Bruxelles e poi a organizzarsi per raggiungere l'importante traguardo.
L’accordo fra la Commissione europea e gli stati membri sulle specifiche tecniche del software Ics è stato raggiunto nel marzo del 2008. E’ una questione tecnica, ma per nulla secondaria, visto che solamente da due mesi i singoli governi o le rispettive commissioni nazionali stanno pensando a come realizzare il software all’interno del loro Stato. Alcuni di essi, come il Regno Unito, hanno già chiarito che in queste condizioni l’entrata in vigore dell’Ics sara’ ben oltre la data del luglio 2009. Non parliamo poi della nostra Italia, che non ha ancora comunicato quando “metterà mano” al progetto, però si è già sbilanciata a promettere che mai emetterà un messaggio di “no load”. Questo significa che la merce potrà arrivare ai nostri confini, dove saremo costretti a controllare tutti i carichi sospetti in entrata sul territorio. La logica è quella del “reprimere” invece di “prevenire”, ma così si rischia di avere un pericolo potenziale già in casa e non fermarlo fuori dalla porta.
Quanto tempo avranno a disposizione gli operatori del settore, Aeo inclusi, di ogni stato per provare il loro sistema aziendale e interfacciarlo poi con quello degli altri stati?
Non sarebbe stato meglio, come da qualcuno prospettato, avere un unico sistema per tutti i 27 membri, possibilmente centralizzato a Bruxelles e facilitare il compito a gli operatori del settore?
Quel che lascia ancora più perplessi è la procedura per cui la Ens dovrà essere inviata dallo stato di origine al primo stato europeo che si trova sulla rotta della nave/aereo e/o percorso del treno /camion. Questo primo stato europeo dovrà fare la “valutazione del rischio”, in base ai propri parametri, e poi dichiarare sicuro il carico ai susseguenti porti o aeroporti.
Immaginate ora una nave che entra a Malta o a Gioia Tauro e prosegue per il Nord Europa, con una valutazione del rischio data alla dogana tedesca o belga, voi lettori del settore trasporti siete sicuri che questa valutazione sarà tenuta in considerazione al 100%?
Noi no… ma forse è colpa della prima calura estiva.