Le misure di sicurezza ambientale che in questi giorni hanno come oggetto le navi da crociera che transitano nella Stazione marittima di Venezia possono essere attivate salvaguardando i sistemi economici locali, già fortemente messi a dura prova da questa lunga recessione che sta colpendo tutti i comparti. Chiudere l’accesso della Stazione marittima di Venezia alle navi da crociera significa cassare migliaia di posti di lavoro nel porto, nel commercio e nei trasporti aerei con un sol colpo di spugna. Grazie anche al servizio di rimorchio portuale e a tutti i servizi tecnico-nautici, le navi quotidianamente scalano i porti italiani – quasi tutti prevalentemente sviluppati in acque che lambiscono i centri storici urbani delle città – consentendo l’esecuzione delle manovre di entrata ed uscita in spazi estremamente ristretti e congestionati tutti i giorni dell’anno, con qualsiasi condizione di visibilità di giorno come di notte, in totale sicurezza. Il pericolo quotidiano non è costituito dalle grandi navi, ben assistite e tecnologicamente molto avanzate, ma spesso da imbarcazioni più piccole, che affrontano con troppa disinvoltura e fiducia nella proprie abilità la navigazione nei canali e lungo le linee costiere o che non investono in manutenzione. Federimorchiatori invita i decisori ad una riflessione più approfondita ed ad un approfondito confronto tecnico con gli addetti ai lavori per trovare soluzioni adeguate per tutti.