Laghezza: la riforma dei porti oggi appare abbandonata a se stessa anche dal Ministero competente

L’Associazione Spedizionieri del Porto di La Spezia accusa il il Comune di Marina di Carrara e la Regione Toscana di bloccare l’operatività dei porti di La Spezia e Marina di Carrara ritardando il processo di integrazione dei due scali portuali che devono essere governati dalla nuova Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Orientale, ente che ha ereditato le funzioni delle Autorità Portuali che amministravano i due scali.
Il decreto per la riorganizzazione dei porti italiani, approvato la scorsa estate, prevede che i presidenti delle Autorità di Sistema Portuale (AdSP) vengano scelti dal ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti d’intesa con la Regione o le Regioni interessate dalla AdSP, in questo caso la Regione Liguria e la Regione Toscana. Alla fine dello scorso anno alla guida dell’AdSP del Mar Ligure Orientale è stata posta Carla Roncallo. Il passo successivo per definire il “Board” incaricato di governare i porti di La Spezia e di Marina di Carrara è stato quello di richiedere alle amministrazioni comunali delle due città e alle due Regioni di indicare i propri rappresentanti incaricati di far parte del Comitato di gestione dell’AdSP. Ed è qui che – denuncia l’associazione degli spedizionieri spezzini – le istituzioni toscane dimostrano latitanza.
«Ormai – chiarisce Alessandro Laghezza, presidente dell’Associazione Spedizionieri del Porto di La Spezia e membro dei direttivi di Confetra e Fedespedi – non si tratta più di ritardi, bensì di un palese disinteresse della Toscana, che, evidentemente più attenta a vicende politiche nazionali che al funzionamento produttivo del suo territorio, sta da mesi bloccando l’operatività dei porti di La Spezia e Marina di Carrara; a tutt’oggi – rileva Laghezza – le istituzioni politiche toscane, in primis il Comune di Marina di Carrara, ma anche la Regione Toscana, che dovrebbe essere il garante dell’operazione, non hanno indicato i rappresentanti nel Comitato di gestione della nuova Autorità Portuale di Sistema di fatto congelando la governance e impedendo il processo di integrazione, già complesso di per sé, dei due porti».
«Assistiamo – prosegue Laghezza – ad una totale noncuranza degli interessi delle comunità che sui porti operano. Il prolungato stallo nella governance del porto di La Spezia, prima per una riforma incompleta, quindi per l’inchiesta giudiziaria che si è abbattuta sull’Autorità Portuale, e ora per una inaccettabile inadempienza da parte delle istituzioni competenti, ha già provocato gravi danni con conseguenze anche occupazionali che non tarderanno a palesarsi. Sulla integrazione con Marina di Carrara, che avrebbe dovuto essere attuata a tappe forzate proprio per ricreare anche a La Spezia quel clima positivo che negli anni passati è stato all’origine del “miracolo portuale spezzino”, continua a incombere il silenzio della Toscana e senza il completamento dei nuovi organi di governance, in particolare il Comitato di gestione, la nuova Autorità Portuale di Sistema è e resta un’anatra zoppa».
«Peraltro – conclude Laghezza – anche il dibattito che si è acceso a livello nazionale e le critiche piovute sulla riforma, che oggi appare abbandonata a sé stessa anche dal Ministero competente, sono più che giustificate; con sei porti ancora senza presidente, anche quelli che hanno superato la inquietante fase di indicazione del nuovo vertice, non funzionano perché le nomine dei Comitati di gestione sono sospese fra le incertezze politiche, scelte spesso inadeguate e l’alea Anac, ovvero il parere di compatibilità sul conflitto di interesse che è stato affidato all’Autorità di vigilanza sulla corruzione. Del tutto al palo poi restano gli organi che teoricamente dovrebbero dare voce agli operatori di settore, per non parlare del tavolo centrale di coordinamento della portualità che oggi è solo un fantasma».

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