Fantappiè (Uiltrasporti): è come obbligare un ingegnere già abilitato alla sua professione a ritornare all’università

Uiltrasport e Filt Cgil hanno bocciato le proposte del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti sui corsi direttivi per ufficiali di coperta e di macchina. «La bozza di circolare sottoposta – ha spiegato la Federazione dei Trasporti della Cgil – non coglie gli spunti salienti che abbiamo elaborato, condiviso ed inviato al Ministero il 1° febbraio scorso congiuntamente a Confitarma e Fedarlinea, volti ad una accettabile rimodulazione delle modalità e contenuti dei corsi». «Come Uiltrasporti – ha rilevato il segretario nazionale del settore marittimo del sindacato, Paolo Fantappiè – pensavamo di poter aprire un confronto con il Ministero competente sui corsi direttivi destinati a tutti i comandanti, direttori di macchina e primi ufficiali della marineria italiana, ma così non è stato. Il Ministero ci ha presentato una circolare già preconfezionata e senza alcuna possibilità di modifica, che non recepisce alcunché dei contenuti della nostra proposta».
Secondo Filt Cgil, «non emergono ad oggi novità significative che possano farci pensare ad un avvio di una fase di adeguamento ai rilievi fatti dalla UE senza per questo mortificare professionalità e sforzi anche economici sostenuti dai lavoratori marittimi in passato per ottenere le attuali abilitazioni che oggi dovrebbe pagare nuovamente».
«Se le cose stanno così – ha concordato Fantappiè – come Uiltrasporti contrasteremo queste disposizioni assurde che di fatto obbligano gli ufficiali della marineria italiana da anni imbarcati su navi di ogni tipo a svolgere un percorso formativo di adeguamento del loro titolo professionale. È come obbligare un ingegnere già abilitato alla sua professione a ritornare all’università per ripetere una parte del corso di ingegneria! Quello che l’Unione Europea aveva contestato all’Italia era solo la mancanza di un iter procedurale e la risposta del Ministero non può essere quella di riportare le lancette dell’orologio indietro, mandando nuovamente tutti gli ufficiali a scuola».
«Diviene insostenibile – anche per Filt Cgil – l’idea che occorra ripartire da zero con i corsi le cui materie e contenuti di “innovazione” hanno davvero poco. Potevano essere adottate scelte più coraggiose – ha concluso la Filt – da condividere con la comunità dei marittimi italiani, anziché far gravare questi limiti solo sui lavoratori con i quali troveremo il modo di rendere visibile la nostra ferma contrarietà nella speranza di una concreta inversione sulle decisioni saranno assunte».

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