Longo: il comitato centrale dell’Albo degli Autotrasportatori opera sulla base di una logica di spartizione centralizzata

Trasportounito critica il criterio di nomina dei rappresentanti del settore dell’autotrasporto in seno agli Organismi di partenariato della risorsa mare istituiti presso ciascuna Autorità di Sistema Portuale, rappresentanti degli autotrasportatori che il provvedimento legislativo di riforma della governance della portualità italiana adottato lo scorso anno prevede che siano designati dal comitato centrale dell’Albo degli Autotrasportatori.
Riferendosi al contenuto di una specifica lettera inviata dall’associazione dell’autotrasporto al ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Graziano Delrio, e ai presidenti delle Autorità di Sistema Portuale, il segretario generale di Trasportounito, Maurizio Longo, ha denunciato «come la scelta del rappresentante dell’autotrasporto, a differenza delle altre rappresentanze imprenditoriali, sia affidata al comitato centrale dell’Albo degli Autotrasportatori; un organismo, questo – ha affermato Longo – che anche in passato ha sempre gestito questo “diritto” a definire la rappresentanza sulla base di una logica di spartizione centralizzata; che nella stragrande maggioranza dei casi non ha nulla a che vedere con l’effettiva rappresentanza territoriale».
Trasportounito ha rilevato come «nella storia delle Autorità Portuali questo tipo di scelta, confermata da atto normativo, si sia dimostrata tutt’altro che utile alla comunità portuale per almeno tre ordini di motivi: le assenze dei rappresentanti designati alle riunioni del Comitato, la totale assenza di un contributo fattivo e concreto a causa della scarsa conoscenza delle tematiche in campo e il mancato coinvolgimento delle organizzazioni territoriali».
Nella lettera-denuncia al ministro, Trasportounito ha evidenziato che ciò costituisce «di fatto una “appropriazione indebita» della rappresentanza della categoria attraverso «il mantenimento e la perpetuazione nel tempo di quelle logiche e di quegli schemi che garantiscono la sola sopravvivenza a sovrastrutture costose, spesso inutili e ripetitive, certo senza alcuna connessione con il territorio e con il tessuto economico del paese, come è il comitato centrale dell’Albo degli Autotrasportatori».

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