L’ANESCO ne contesta la legittimità in quanto al di fuori degli scioperi programmati e sostiene che sono attuati per costringere le imprese alla trattativa

Oggi è il primo dei tre giorni di sciopero dei lavoratori portuali spagnoli proclamato dalla Coordinadora Estatal de Trabajadores del Mar e dalle altre organizzazioni sindacali dopo che la riunione di giovedì con i rappresentanti dei terminalisti portuali non ha avuto l’esito sperato dai sindacati che chiedono alle imprese di garantire il posto di lavoro di tutti gli attuali lavoratori portuali.
Alla protesta di oggi seguiranno due ulteriori giornate di sciopero fissate per mercoledì e venerdì prossimi e successivamente – hanno avvertito le organizzazioni sindacali – ne seguiranno altre. Ma già venerdì scorso l’ANESCO (Asociación Nacional de Empresas Estibadoras y Consignatarias de Buques), l’associazione che rappresenta i terminalisti portuali spagnoli, ha annunciato che subito dopo la rottura delle trattative di giovedì in diversi terminal portuali i lavoratori hanno rallentato l’attività per far leva sulle aziende associate e costringerle alle trattative con azioni che l’ANESCO ha denunciato come illegali.
«Queste azioni organizzate che vanno oltre il legittimo diritto di sciopero – ha accusato l’associazione dei terminalisti – sono state realizzate al di fuori di ogni legalità, per cui – hanno reso noto le imprese portuali – l’ANESCO ha sollecitato l’Ispettorato del Lavoro, il Ministero dello Sviluppo e la Commissione Nazionale per i Mercati e la Concorrenza ad intervenire per garantire i diritti e la libertà delle imprese e dei loro utenti».
L’ANESCO ha evidenziato che in alcuni casi si sta verificando una diminuzione del 70% dell’attività rispetto ai normali ritmi di lavoro per il carico e lo scarico delle navi, rallentamenti – ha sottolineato l’associazione – «che stanno causando elevatissime perdite economiche per le imprese, che sono impotenti, e ingenti danni al settore dei trasporti e della logistica».

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