I cinque giorni a cavallo della metà di luglio saranno critici per l’attività nel porto di Genova a causa del fermo dell’autotrasporto che opera con lo scalo portuale. Trasportounito ha confermato che dal 12 al 17 luglio prossimi sarà attuato il fermo dei servizi camionistici al terminal VTE di Genova-Voltri Prà per protestare per i tempi di attesa per i camion, attese – ha specificato l’organizzazione sindacale – «che hanno superato ogni limite di guardia e tolleranza e che si traducono in una perdita secca per le imprese di autotrasporto, che con mezzi “fermi” non producono risultati ma solo costi, e che ormai da anni si accollano gli oneri per disservizi che non sono i loro, ma quelli di un terminal container bravissimo evidentemente a gestire il fronte mare, ma incapace di governare i flussi in-out sul fronte terra».
Trasportounito ha denunciato che «a causa dei gravi blocchi operativi creati dal terminal VTE le imprese di autotrasporto hanno bruciato in un anno circa 10 milioni di euro, a fronte di utili che il terminal VTE fatica addirittura ad abbattere. E le attese operative dei camion ricadono quindi in forma di disservizi anche sugli altri operatori, spedizionieri e compagnie marittime e quindi sulla merce».
«Un anno di trattative al tavolo dell’Autorità di Sistema – ha denunciato ancora Trasportounito – ha prodotto un nulla assoluto con un terminal VTE che non ha investito nulla per velocizzare i processi di lavoro e con discussioni tanto interminabili quanto prive di risultati con gli altri operatori su eventuali azioni correttive di sistema».
Il fermo dei servizi di trasporto dal 12 al 17 luglio limitatamente al terminal VTE del porto di Genova è stato proclamato da Trasportounito e dalle associazioni dell’autotrasporto di Genova CNA Fita, Confartigianato Trasporti e Fai Conftrasporto. A ciò si sovrappone lo sciopero di 72 ore dal 12 giugno al 14 luglio proclamato con motivazione analoghe in tutti i container terminal dello scalo portuale genovese dalle segreterie territoriali di Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti.
«Nella nota congiunta con le altre organizzazioni di categoria – ha ricordato Giuseppe Tagnochetti segretario regionale Liguria di Trasportounito – abbiamo sottolineato i rischi di tensione incontrollata e incontrollabile che potrebbero verificarsi ai varchi portuali. Certo è che la violazione quotidiana del protocollo d’intesa sottoscritto da autotrasporto con il presidente Toti, il sindaco, Confindustria e tutti gli operatori portuali, pur a fronte di una disponibilità delle imprese di autotrasporto a confrontarsi su quello che dovrà essere il nuovo modello operativo portuale, necessario per affrontare il congestionamento prodotto dalle mega navi (apertura h24, intermodalità più funzionale, sviluppo di telematica di servizio) contrasta in modo evidente con una situazione costantemente peggiorata; e ciò ha eroso qualsiasi residuo rapporto di fiducia. Il tempo – ha affermato Tagnochetti – ora è scaduto, la situazione è inaccettabile e rischia di diventare incontrollabile. I tempi di attesa al terminal assumono le caratteristiche di un vero e proprio “colpo di grazia” per un autotrasporto contenitori già in una situazione drammatica, anche per via dell’aumento dei costi del gasolio e della incapacità di ottenere da spedizionieri e compagnie marittime tariffe di servizio adeguate. E per l’autotrasporto esiste solo una risposta accettabile: VTE deve intervenire velocemente e risolvere le attese (attese rispetto alle quali è allo studio una class action). In parallelo gli altri operatori devono iniziare a pagare adeguatamente i servizi di autotrasporto, smettendola di fare dumping tariffario. Nel frattempo l’Autorità Portuale deve immediatamente iniziare a tracciare e certificare le attese nel ciclo documentale e operativo dei camion in porto ed impegnare gli operatori responsabili, individuati dalla stessa Autorità, ad indennizzare automaticamente l’autotrasporto, superata una soglia minima fisiologica di fermo macchina».
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