Ieri l’Autorità di Sistema Portuale del Mare di Sardegna ha sottoscritto il contratto per la prima tranche lavori di manutenzione dei fondali del porto di Olbia con la Zeta Srl, società di Chioggia che, una volta rilevate, analizzate le campionature dei fondali ed ottenuto il via libera della Conferenza di Servizi, attuerà il livellamento dei cumuli di sabbia nella parte centrale del canale di accesso in porto sardo, riportando i fondali ad una profondità tale da consentire il transito di navi con pescaggio superiore agli 8,5 metri.
«La firma del contratto con la Zeta Srl – ha spiegato il presidente dell’AdSP, Massimo Deiana – è un primo tassello del più ampio progetto di approfondimento dei fondali del porto di Olbia. Un intervento necessario, non più prorogabile, per mantenere la portualità del nord est al passo con le dinamiche del mercato dei trasporti marittimi, soprattutto di quelle crocieristiche, la cui rapida evoluzione della flotta navale impone un costante adeguamento dei porti. Un percorso che intendiamo seguire affiancati dai tecnici dell’ISPRA, istituto deputato, per legge alla regolamentazione e al monitoraggio di tali attività, certi che sapremo raggiungere l’obiettivo con il minimo impatto sull’ambiente e sulle attività produttive presenti nel golfo olbiese».
L’ente portuale ha specificato che il primo intervento affidato alla Zeta rientra in un più ampio intervento manutentivo, a cadenza annuale, e che prevede la rimozione di cumuli sabbiosi anche negli specchi acquei prospicienti ai moli solitamente destinati all’ormeggio dei giganti del mare. Intervento, quest’ultimo, per il quale sono già in fase di definizione le procedure di affidamento che, subito dopo la fine della stagione estiva, e la conseguente diminuzione delle frequenze giornaliere dei traghetti da e per lo scalo olbiese, interesserà la darsena interclusa tra i moli 3 e 4 e il lato est del porto (moli 7 – 8 – 9) dedicati alle crociere. Anche in questo caso l’obiettivo è quello di livellare i fondali ad una profondità tale da consentire l’ormeggio confortevole anche per navi di maggiore stazza.
Ad entrambi gli interventi seguirà una più ampia operazione di dragaggio che assicurerà la navigabilità con una profondità dei fondali, in particolare per la canaletta di accesso al golfo, non inferiori agli 11 metri e, per quanto riguarda il porto Cocciani ed i moli dell’Isola Bianca, non minori di 10 metri. Un percorso per il quale l’AdSP ha già predisposto un protocollo d’intesa che verrà sottoposto alla firma dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) e attraverso il quale verranno stabilite le modalità di escavo della canaletta e del golfo, con un percorso che prevede studi, analisi, lavori e monitoraggi costanti della qualità ambientale.

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