Zerbini (Propeller Club Trieste): questa ulteriore incertezza del diritto non rende tranquilli gli investitori nazionali ed esteri

La recente richiesta rivolta nuovamente dalla Commissione Europea all’Italia affinché adegui il proprio sistema di tassazione dei porti alle norme comunitarie in materia di aiuti di Stato rimuovendo l’esenzione dall’imposta sulle società per le Autorità di Sistema Portuale (ex Autorità Portuali), esenzione fiscale che secondo Bruxelles costituisce appunto un aiuto di Stato ( dell’8 gennaio 2019), è stata al centro ieri di uno specifico incontro organizzato dal Propeller Club di Trieste nel corso del quale il presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Orientale, Zeno D’Agostino, ha confermato che l’Associazione dei Porti Italiani (Assoporti), di cui è presidente da metà 2017, sosterrà il governo italiano nell’opporsi alla decisione della Commissione UE.

La legislazione italiana sui porti qualifica le authority portuali come enti pubblici non economici e «le Autorità di Sistema Portuale – ha ricordato D’Agostino – sono la longa manus del governo e non fanno impresa. Se lo fanno, lo fanno attraverso società che pagano le tasse. Chiedo quindi a Bruxelles – ha sottolineato – di fare le cose per bene».

Nel corso della riunione l’avvocato Alberto Pasino, partner di Zunarelli Studio associato, ha illustrato la normativa di riferimento dell’intera vicenda spiegando come in passato la Commissione Europea abbia già valutato la tesi secondo la quale lo Stato non può pagare tasse allo Stato e – ha precisato – gli esiti non sono stati propriamente favorevoli a chi la sosteneva. Secondo Pasino, sono altre quindi le strade che l’Italia dovrà percorrere per far valere le proprie ragioni perché – ha confermato l’avvocato – «per lo Stato italiano le Autorità di Sistema Portuale sono enti pubblici non economici e non sono soggetti a tassazione».

A conclusione degli interventi il presidente del Propeller Club di Trieste, Fabrizio Zerbini, ha fatto notare come «questa ulteriore incertezza del diritto» non renda tranquilli gli investitori nazionali ed esteri, soprattutto per investimenti di lungo periodo, e sia di rilevante danno per l’Italia. Zerbini ha evidenziato inoltre che, in un contesto di concorrenza tra i porti, tutti devono uniformarsi alle leggi europee in merito, mentre allo stato attuale non è così. Per questo motivo, secondo Zerbini, è auspicabile un intervento dirimente della Commissione Europea. A proposito di concorrenza, il presidente del Propeller Club ha specificato che deve essere fatta sulla specializzazione dei diversi porti e non sul «tutti fanno tutto», obbligando ad investimenti pubblici plurimi, costosi e senza vantaggi per il sistema Italia.
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