Programma di sviluppo per il 2019

Grendi lascia alle spalle gli anni difficili

Il 2018 si è chiuso positivamente per il Gruppo Grendi. Il Gruppo si occupa principalmente di due attività, attraverso altrettante società controllate. La prima, svolta da M.A. Grendi dal 1828, è il trasporto terrestre e di collettame dal Nord al Sud Italia, con magazzini a Genova, Milano Bologna e corrispondenti a Torino, Padova e Verona, con la merce che poi viene inviata verso Sardegna, Sicilia, Campania, Calabria e Puglia. In Sardegna Grendi ha due filiali proprie a Cagliari e Sassari, in Sicilia opera con corrispondenti. La seconda attività, svolta da Grendi trasporti marittimi, è il trasporto primario di merce con una linea marittima, camion e terminal.

Dal 2016 sono cominciati anni molto difficili per la società di linea marittima. Hanno coinciso con l’ingresso sulle stesse rotte di Grendi da parte della flotta Grimaldi e col principio dello scontro fra gli armatori Vincenzo Onorato, patron della flotta Moby, e Manuel Grimaldi. «Questo scontro – spiega Antonio Musso, amministratore delegato di Grendi trasporti marittimi – ha stravolto il mercato portando a un aumento dell’offerta di stiva e a un calo del 40 per cento delle tariffe, che ha intaccato anche la nostra attività». In seguito all’entrata di queste due compagnie sulla rotta Genova-Cagliari, entrambe nel 2016, Grendi ha lasciato la sua sede di Savona che non era più competitiva e ha spostato il centro della propria attività a Marina di Carrara, dove si trova attualmente.

«Il 2016 e il 2017 – prosegue Musso – sono stati anni veramente difficili in termini sia di volumi sia di risultati economici. Il 2018 ha segnato una ripresa dei risultati economici che ci ha portato molto vicini al breakeven».

L’attività di spedizione del collettame, al contrario, è stata in questi stessi anni sempre molto positiva, con crescita a doppia cifra, dando respiro a tutto il Gruppo.

«Il 2019 è cominciato bene. Fra l’altro, il magazzino che abbiamo aperto cinque anni fa a Cagliari, moderno e con operatività avanzata, si è rivelato un volano di crescita e ha permesso di chiudere un accordo con il Gruppo Barilla. Questo accordo è particolarmente importante perché per la prima volta i vertici di Barilla si sono rivolti a un operatore logistico terzo, diverso dal loro storico partner Number One che con cui collaborano nel resto d’Italia. Questo è stato possibile grazie al nuovo impianto di Cagliari e alla nostra capacità di rispondere alle loro esigenze».

Nei primi quattro mesi del 2019 si è registrato un risultato positivo nel trasporto di collettame, ma anche la linea marittima ha visto una ripresa del valore delle tariffe, sostenute finalmente dalle politiche tariffarie dei due grandi gruppi Onorato e Grimaldi, oltre che un aumento significativo dei volumi trasportati. E per il futuro? «Stiamo valutando l’ipotesi di un nuovo magazzino a Cagliari gemello di quello che abbiamo appena riempito, 10 mila metri quadrati di cui il 30 per cento dedicato a Barilla. Anche il nuovo magazzino verrà costruito in area portuale su un’area di 25.000 metri quadrati di cui 10.000 metri quadrati coperti. La prospettiva è inaugurarlo entro due anni».

L’unica possibile fonte di preoccupazione, a Cagliari, è la paradossale disputa, non ancora risolta, sulle mancate autorizzazioni paesaggistiche del porto canale, per cui la Sovrintendenza ha prospettato la possibilità che l’intero scalo venga interrato e ripristinato nel suo stato originario perché formalmente è un’opera abusiva. E’ un problema di cui si sta occupando l’Autorità portuale, ma che potrebbe frenare le autorizzazioni anche per le attività di Grendi. In caso di un rifiuto per motivi paesaggistici, il Gruppo è pronto a rivolgersi al Tar e al Consiglio di Stato.

Un altro obiettivo di Grendi è la riapertura della linea marittima fra Italia e Tunisia, avviata nel 2018 con la joint-venture ProCargo Line assieme al Gruppo Bogazzi e all’imprenditore Euan Lonmon, ma sospesa al principio del 2019 per mancanza di redditività. Si tratta di un progetto che non è stato abbandonato e si sta lavorando per riaprirlo.