Alphaliner ha ridotto drasticamente le proprie stime di crescita dei risultati produttivi containerizzati a livello mondiale per quest’anno sino ad appena il 2,5% dal 3,6%.
Un primo trimestre debole e le attese turbolenze derivanti dalla guerra commerciale fra Stati Uniti e Cina si stanno facendo sentire, afferma la ditta di consulenze.
La previsione di crescita rivista verso il basso si avvicina molto alla visione negativa riguardo all’espansione espressa dalla Maersk Line, che ha sconvolto gli investitori con le sue previsioni pessimistiche a febbraio di una crescita di appena 1-3% quest’anno.
Secondo i dati di oltre 250 porti mondiali sottoposti ad indagine dalla ditta di consulenze, la crescita media nei primi tre mesi dell’anno hanno raggiunto solo il 2,8% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.
Alphaliner ha inoltre notato che il tasso di crescita è stato “distribuito in modo disomogeneo fra le regioni”.
“Diversi mercati emergenti hanno fatto registrare una crescita negativa dei volumi dei carichi e così hanno spinto verso il basso il tasso di crescita globale” afferma.
I porti del Medio Oriente sono stati quelli dalle peggiori prestazioni, dal momento che i loro volumi si sono ridotti di un cospicuo 10,1% rispetto al primo trimestre del 2018.
I volumi africani e dell’Oceania sono calati del 4,4% e dell’1,1% rispettivamente, con i primi trascinati giù da un brusco ribasso del 16% dei volumi presso i porti sudafricani.
I risultati produttivi dell’Oceania sono stati influenzati alla crescita negativa dei volumi presso i porti australiani di Melbourne, Sydney, Brisbane e Fremantle.
Tuttavia, i due traffici maggiori, Asia-Nord Europa e transpacifico, hanno riportato una crescita più rilevante del 3,5% e 4,8% rispettivamente.
Riguardo alla guerra commerciale fra Stati Uniti e Cina, che ha assistito all’aumento dei dazi rispetto a tutta una serie di importazioni cinesi dal 10% al 25% il 15 maggio, seguito da una minaccia “twittata” di dazi per qualcosa come 325 miliardi di dollari su altre merci dal 1° giugno, Alphaliner si aspetta che i volumi produttivi vengano ulteriormente colpiti.
Afferma Alphaliner: “Ci si aspetta che l’inasprimento della guerra commerciale fra Cina e Stati Uniti porti in basso i tassi di crescita dei volumi containerizzati in entrambi i paesi nel corso dei trimestri a venire”.
La ditta di consulenze sottolinea come le tariffe a pronti nel transpacifico fra Asia e costa occidentale degli Stati Uniti siano diminuite del 15% nelle due ultime settimane e come il gruppo di vettori Ocean Alliance abbia annunciato due annullamenti di partenze il mese prossimo in previsione di un declino dei volumi.

Nondimeno, i dati sui risultati produttivi ad aprile dei terminal container statunitensi compilata dalla ditta di consulenze Blue Alpha Capital suggeriscono che l’impatto dell’impennata dei dazi e dei potenziali nuovi oneri su altre importazioni cinesi hanno tardato a sgonfiare le importazioni.
Essa ha riferito una crescita su base annua del 6,6% delle importazioni ad aprile, in aumento rispetto al 4,7% conseguito nel mese precedente.
Questo è supportato dal vettore marittimo giapponese derivante da fusione ONE che ha pubblicato il 22 maggio le proprie movimentazioni di aprile, registrando buoni volumi del traffico primario transpacifico nell’ordine di 211.000 TEU ed un fattore di carico dell’86%.
Un anno fa, dopo la fallita fusione il 1° aprile delle attività containerizzate di K Line, MOL e NYK, le movimentazioni della ONE sulla medesima rotta per il mese erano risultate in un disastroso 94.000 TEU ed in un modesto livello di utilizzazione del 70%.
I numeri suggeriscono che il vettore è riuscito a riprendersi molta della propria base clientelare rispetto all’anno scorso.

(da: theloadstar.com, 22 marzo 2019)