Per individuare il nuovo gestore del container terminal l’AdSP procederà «con una “sollecitazione di mercato” a livello internazionale
Il Comitato di gestione dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare di Sardegna ha revocato la licenza d’impresa alla Cagliari International Container Terminal (CICT), la società del gruppo Contship Italia che gestiva il container terminal al Porto Canale di Cagliari, e di conseguenza ha deliberato la decadenza dalla concessione della quale la CICT era titolare dal 1997.
Specificando che alla deliberazione di ieri pomeriggio del Comitato di gestione seguirà nei prossimi giorni un decreto che, nel rendere efficace sia la revoca della licenza che la decadenza, indicherà i termini per il ripristino e la riconsegna del bene, l’AdSP ha evidenziato che con tale passo «si chiude, quindi, un capitolo difficile per il sistema del transhipment sardo, i cui traffici gestiti dal terminalista, negli ultimi quattro anni, sono crollati fino all’azzeramento. Una dinamica, questa – ha ricordato l’ente – che ha fatto scattare la revoca, già prevista nella seduta del Comitato di gestione del 1° luglio, e rinviata su richiesta del MIT nell’ultimo tentativo di accordo con la società, per mancato, nonché reiterato, rispetto degli impegni assunti nel programma operativo della CICT».
Per trovare un nuovo operatore che gestirà i 900mila metri quadri di aree portuali disponibili, con oltre 1.500 metri lineari di banchine con fondali di -16 metri per un potenziale di traffico contenitori annuo pari a 1,3 milioni di teu, l’AdSP del Mare di Sardegna ha annunciato che procederà «con una “sollecitazione di mercato” a livello internazionale per l’individuazione di un nuovo soggetto che, con la riattivazione dei traffici, possa riproiettare il Porto Canale alla naturale funzione di hub mediterraneo».
L’ente portuale ha specificato che saranno quattro i punti chiave propedeutici al bando pubblico: «uno, prettamente tecnico, sulla valorizzazione dell’offerta infrastrutturale presente. Un secondo, strategico, che racchiuderà le condizioni di favore del “pacchetto” complessivo di insediamento: attuazione della Zona Economica Speciale (per la quale manca la firma di apposito decreto ministeriale) e perimetrazione dell’area di sei ettari da destinare a Zona franca doganale interclusa (già avviata a luglio dal Cacip). Un altro, di carattere burocratico, che comporta il superamento dei vincoli paesaggistici sui quali è stata avviata una nuova interlocuzione a seguito del parere contrario espresso dal Mibact alla riedizione dell’autorizzazione paesaggistica del Porto Canale e relative opere di mitigazione e compensazione approvata dalla Conferenza di servizi del 27 maggio. Ultimo punto chiave, infine, la riattivazione, da parte della Regione Sardegna, del Contratto di localizzazione che consentirebbe al futuro concessionario di usufruire di finanziamenti a fondo perduto a copertura di parte dell’insediamento».
«Non è stata sicuramente – ha sottolineato il presidente dell’AdSP, Massimo Deiana – una scelta facile quella del Comitato di gestione, ma si tratta comunque di un atto dovuto e conseguente ad una reiterata inottemperanza al programma operativo quadriennale 2017-2020 redatto dallo stesso terminalista e da noi accettato. Un mancato rispetto degli impegni assunti che ha generato il tracollo di un sistema florido ed una concatenata e senza precedenti crisi occupazionale di fronte alla quale la legge impone questa risposta».
«La revoca – ha chiarito Deiana – non sarà fine a se stessa, ma già da oggi ci attiveremo con l’obiettivo preciso di risollevare le sorti del traffico container nell’isola. Continueremo a ricercare nuovi soggetti pronti a scommettere su un terminal e su un mercato che hanno ancora molto da offrire, certi del pieno appoggio a livello ministeriale e regionale, soprattutto per superare lo stallo burocratico imposto da vincoli che tengono a freno investimenti per oltre 90 milioni di euro. È una partita importante, per l’economia e l’occupazione, di fronte alla quale dobbiamo andare avanti spediti e, sono certo, in totale sinergia propositiva con tutti i soggetti coinvolti».

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