Per l’associazione dei porti europei, è giunto il momento di adattare il quadro normativo alle nuove realtà del mercato, alle nuove sfide ed esigenze
Nel quadro della consultazione pubblica in vista della revisione del Regolamento UE 1315/2013 sugli orientamenti dell’Unione Europea per lo sviluppo della rete transeuropea dei trasporti, che è stata avviata prima dell’inizio dell’estate dalla Commissione Europea nell’ottica di presentare una proposta di revisione nel primo semestre del 2021, l’associazione dei porti europei ha presentato una propria proposta di revisione nella quale ha evidenziato che il riesame del Regolamento dovrebbe essere utilizzato soprattutto come un’opportunità per aggiornare la rete TEN-T in relazione alle nuove realtà di mercato, come la crescita dei volumi di traffico e gli incrementi di scala, alle sfide sociali, che sono incentrate sui temi del clima, dell’inquinamento atmosferico, del rumore e della crescente urbanizzazione, e sulle nuove esigenze, come la digitalizzazione, l’automazione e l’e-commerce.
Relativamente al ruolo dei porti in questo contesto, l’European Sea Ports Organisation (ESPO) ha rilevato che i porti sono più di una “componente dell’infrastruttura di trasporto marittimo” e che le nuove linee guida TEN-T dovrebbero essere adattate per riconoscere il ruolo che molti porti marittimi svolgono come nodi strategici multimodali in aggiunta al loro ruolo classico di componenti dell’infrastruttura del trasporto marittimo.
Nella sua proposta di revisione del Regolamento, inoltre, l’ESPO ha sottolineato come negli ultimi anni i porti europei siano stati sempre più coinvolti in un processo di cooperazione, raggruppamento e fusione, sia dal basso verso l’alto che dall’alto verso il basso, e ha osservato che la nuova politica TEN-T dovrebbe tenere conto e incoraggiare questi sviluppi nel settore portuale. In particolare, l’associazione ritiene che i cluster portuali debbano essere chiaramente definiti nel quadro della futura politica TEN-T. Tuttavia ESPO ha precisato che questa evidenziazione dei cluster portuali non dovrebbe modificare l’identificazione dei porti che è già stata attuata suddividendoli in porti “core” e in porti “comprehensive”, anche se i singoli progetti dovrebbero essere valutati in termini di rilevanza per il cluster e quindi per la rete TEN-T.
Inoltre nella sua proposta l’ESPO ha rimarcato l’importanza delle autostrade del mare come parte integrante e importante della rete TEN-T e ha evidenziato che la dimensione marittima dovrebbe essere considerata altrettanto importante quanto quella dei corridoi TEN-T terrestri. L’associazione ritiene che per sfruttare appieno il potenziale dei collegamenti marittimi della rete, il trasporto marittimo a corto raggio dovrebbe essere fortemente agevolato e, a tale proposito, i requisiti delle autostrade del mare dovrebbero essere rivisti e i collegamenti marittimi tra due nazioni dovrebbero essere pienamente riconosciuti e ritenuti prioritari.
Nella sua proposta l’ESPO ha ricordato inoltre che uno studio dell’associazione sulle esigenze di investimento dei porti europei ha rivelato che queste ammontano a 48 miliardi di euro nei prossimi dieci anni e che nel periodo 2014-2017 gli enti e organismi che gestiscono i porti sono stati in grado di ottenere solo il 4% dell’importo destinato dal programma CEF al settore dei trasporti.

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