La federazione dei terminalisti portuali privati europei manifesta stupore nell’apprendere dal rapporto dell’ITF che l’ambito di ammissibilità della tonnage tax è stato modificato per includervi tali attività
Feport, la federazione che rappresenta i terminalisti portuali privati europei, ha accolto con favore il rapporto diffuso martedì dall’International Transport Forum (ITF) sulle sovvenzioni pubbliche al trasporto marittimo, analisi che evidenzia come diverse di queste misure abbiano effetti distorsivi sulla concorrenza ( del 17 settembre 2019). Se l’associazione degli armatori europei ECSA ha criticato lo scopo e la metodologia adottata per realizzare l’indagine ( del 17 settembre 2019), la Federation of European Private Port Companies and Terminals ha viceversa evidenziato che la relazione dell’organizzazione dell’OCSE «mette in luce una serie prassi fiscali che non sono incluse nell’ultima versione degli orientamenti in materia di aiuti di Stato ai trasporti marittimi del 2011».
«Secondo quanto riferisce la relazione dell’ITF – ha specificato Feport – alcune prassi fiscali che sono state approvate dalla Direzione Generale per la Concorrenza mediante decisioni individuali non sono state integrate nel quadro generale, vale a dire negli orientamenti in materia di aiuti di Stato ai trasporti marittimi. Non meno di dieci decisioni – ha sottolineato la federazione dei terminalisti privati europei – hanno modificato l’ambito di ammissibilità della tonnage tax (il regime di tassazione forfetario a cui possono accedere gli operatori del trasporto marittimo, ndr) per includervi i servizi di carico e scarico e movimentazione delle merci offerti dalle compagnie di navigazione come servizi accessori al trasporto marittimo».
Ricordando che «le società portuali e i terminalisti portuali privati che svolgono attività di movimentazione delle merci nei porti dell’Unione Europea non beneficiano di alcuna esenzione fiscale», Feport, manifestando stupore nell’apprendere la cosa dal rapporto dell’ITF, ha evidenziato che queste aziende portuali «sono quindi molto preoccupate di scoprire che, dal 1996, l’ambito di ammissibilità della tonnage tax è stato modificato a spese dei terminal operator». «Le attività di movimentazione delle merci – ha denunciato il presidente della Feport, Gunther Bonz – non sono servizi accessori, ma attività svolte da imprese commerciali che pagano le tasse nell’Unione Europea e che danno lavoro ad oltre 390mila lavoratori portuali».
Bonz ha quindi annunciato che «Feport chiede un riesame degli orientamenti in materia di aiuti di Stato ai trasporti marittimi per avere l’opportunità di commentare le prassi fiscali autorizzate mediante decisioni individuali senza una valutazione approfondita dell’impatto sugli operatori indipendenti di movimentazione delle merci. Per motivi di trasparenza, parità di trattamento e parità di condizioni – ha rilevato il presidente della federazione dei terminalisti – è essenziale includere il trasporto marittimo nella procedura di controllo dell’idoneità che riguarda una vasta gamma di attività. Le consultazioni pubbliche continuano ad essere il modo migliore per fare chiarezza sulle norme e per garantire parità di trattamento a tutti i settori».
A tal proposito Bonz ha osservato come la procedura di revisione delle esenzioni per categoria per i consorzi delle compagnie di navigazione di linea che è stata avviata dalla Commissione Europea alla fine dello scorso anno, tema che è stato affrontato anche dall’ITF che ha posto in dubbio la necessità di un loro mantenimento e dalla stessa Feport che ha esortato a chiarire quali sia l’ambito della loro applicazione ( del 27 settembre e 2 novembre 2018 e 19 giugno 2019), sia stata «un buon esempio di come uno strumento settoriale possa avere un impatto che va ben al di là del settore che ne beneficia».
«Ancora una volta – ha concluso Bonz – constatiamo che decisioni individuali sul regime della tonnage tax stanno concedendo un vantaggio competitivo ad alcune compagnie di navigazione che offrono servizi di movimentazione delle merci a spese dei terminalisti indipendenti. È essenziale che ciò cambi rapidamente dato che costituisce un’importante fonte di distorsione della concorrenza».

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