Alphaliner prevede che dal prossimo anno gran parte della flotta containerizzata sarà alimentata con costoso combustibile VLSFO
La compagnia petrolifera spagnola Cepsa, che è il principale fornitore di combustibili ad uso marittimo nei porti spagnoli e l’unico fornitore di bunker nel porto di Gibilterra, ha annunciato di aver già avviato la commercializzazione di carburante e lubrificanti navali che rispettano le nuove norme adottate in seno all’International Maritime Organization (IMO) che entreranno in vigore il prossimo 1° gennaio e che fissano allo 0,50% in massa il limite massimo del tenore di zolfo nei combustibili marini.
L’azienda iberica, che rifornisce le navi di bunker anche nella regione di Panama e in quella degli Emirati Arabi Uniti, ha reso noto infatti di aver introdotti nel proprio portafoglio di prodotti un nuovo carburante VLSFO (Very-Low Sulfur Fuel Oil) che rispetta questo limite nonché due tipologie di lubrificanti in regola con le nuove norme. In particolare, Cepsa ha specificato che il bunker VLSFO è stato sperimentato nei mesi scorsi su nove navi rifornite nel porto di Algeciras, test il cui esito – ha sottolineato l’azienda – ha superato quelli ottenuti in laboratorio.
Se l’utilizzo del più costoso combustibile VLSFO è una delle opzioni che gli armatori adotteranno per rendere dal prossimo anno le loro navi conformi alle nuove norme internazionali, le altre principali possibilità per adeguare le flotte consistono nell’impiego del gas naturale liquefatto sulle navi dotate di apparati motore in grado di usare questo combustibile oppure nell’attrezzare le navi con sistemi di depurazione dei gas di scarico comunemente denominati scrubber. Su queste tre opzioni è incentrata la relazione presentata oggi alla giornata inaugurale della conferenza Intermodal Europea 2019, in svolgimento ad Amburgo, da Stefan Verberckmoes, analista ed editor della società di ricerca e consulenza Alphaliner. Nel suo intervento Verberckmoes ha rilevato che molti armatori che operano nel segmento del trasporto marittimo containerizzato si sono presi parecchio tempo per valutare le opzioni a loro disposizione e ciò – ha osservato – significa che dal prossimo anno la maggior parte delle 5.300 portacontainer cellulari che fanno parte della flotta mondiale dovranno utilizzare bunker VLSFO.
Verberckmoes ha specificato che comunque Alphaliner ha riscontrato, a partire dallo scorso giugno, un forte aumento delle installazioni di scrubber, che alla fine dello scorso mese sono stati montati su 153 navi, numero che Alphaliner prevede salga a 260 portacontainer entro il prossimo primo gennaio per una capacità di stiva pari a 2,3 milioni di teu, ovvero il 10% della capacità complessiva della flotta containerizzata mondiale.
Nella sua relazione Verberckmoes analizza i costi aggiuntivi relativi al carburante che gli armatori fanno ricadere su spedizionieri e caricatori e rileva che, sebbene i maggiori costi del bunker abbiano un impatto diretto sui costi operativi, i dati storici elaborati da Alphaliner dimostrano che non esiste una correlazione diretta tra i prezzi del combustibile e i risultati finanziari delle imprese armatoriali, ma che i margini operativi dipendono in gran parte dai ricavi delle compagnie, e quindi dal livello dei noli, che sono influenzati dal rapporto tra la domanda di carico e dalla capacità offerta dalle flotte delle compagnie. Tuttavia Verberckmoes ha evidenziato che il nuovo limite del tenore di zolfo nel bunker della IMO 2020 sta di fatto cambiando questo rapporto in quanto un gran numero di portacontainer di grande capacità vengono poste fuori servizio per essere sottoposte ai lavori di installazione degli scrubber, lavori che – secondo quanto rilevato da Alphaliner – sinora sono durati mediamente 62 giorni. Verberckmoes ha specificato che alla fine di ottobre erano non meno di 86 le navi nei cantieri navi sottoposte all’intervento di installazione degli scrubber e che almeno altre 14 navi erano ferme in attesa di un bacino libero per essere sottoposte a questi lavori. Secondo Alphaliner, questo trend proseguirà nel corso del 2020 e alla fine del prossimo anno la capacità delle portacontenitori dotate di sistemi di depurazione dei gas di scarico salirà a cinque milioni di teu.

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