Lo evidenzia uno studio dell’UNCTAD
Nella prima metà di quest’anno i dazi introdotti nel corso del 2018 dagli Stati Uniti su prodotti provenienti dalla Cina hanno comportato un calo del 25% circa delle importazioni americane di queste merci. Lo evidenzia un nuovo studio della Conferenza delle Nazioni Unite sul Commercio e lo Sviluppo (UNCTAD) che sottolinea come i dazi statunitensi stiano danneggiando sia l’economia degli USA che quella della Cina avendo provocato un forte calo degli scambi commerciali bilaterali e prezzi più elevati per i consumatori e avendo provocato anche una diversione dei flussi commerciali aumentando le importazioni negli Stati Uniti di merci provenienti da nazioni non coinvolte in questa disputa commerciale.
La ricerca dell’UNCTAD quantifica in circa 21 miliardi di dollari gli effetti di tale diversione di commercio nella prima metà di quest’anno, il che implica che l’importo delle perdite commerciali nette ammonta a circa 14 miliardi di dollari. L’analisi chiarisce che nella prima metà del 2018 gli Stati Uniti hanno importato merci soggette a dazi dalla Cina per circa 130 miliardi di dollari, mentre nel primo semestre del 2019 il valore di questo flusso commerciale è sceso a circa 95 miliardi di dollari, per un calo delle importazioni degli USA dalla Cina pari a 35 miliardi di dollari (o circa il 25%). Questa perdita di valore delle importazioni di 35 miliardi è stata sostituita per il 63% circa (21 miliardi di dollari) da importazioni provenienti da altri Paesi, mentre la quota restante pari a 14 miliardi di dollari è andata perduta a causa della minore domanda negli Stati Uniti e della insufficiente capacità di esportazioni verso gli USA dal resto del mondo. La ricerca precisa che tale diversione ha portato sostanziali benefici alle economie di Taiwan, Messico, Unione Europea e Vietnam.
Lo studio sottolinea che, tuttavia, la riduzione delle importazioni statunitensi dalla Cina dimostra anche la competitività delle aziende cinesi che, nonostante dazi ingenti, sono state in grado di mantenere il 75% delle esportazioni verso gli USA.
La ricerca dell’UNCTAD ha riscontrato che il costo dei dazi è stato generalmente trasferito sui consumatori statunitensi, ma ha anche trovato qualche indicazione che potrebbe suggerire che di recente le aziende cinesi potrebbero aver iniziato a reagire ai dazi riducendo i prezzi all’esportazione, assorbendo quindi una parte del costo dei dazi pari a circa otto punti percentuali, indicazioni – specifica lo studio – che però dovrebbero essere supportate da ulteriori dati che prossimamente potranno essere disponibili.
Lo studio non ha analizzato l’impatto dei dazi cinesi sulle importazioni dagli USA, ma l’UNCTAD ritiene che i risultati qualitativi siano probabilmente analoghi a quelli dei dazi USA sui prodotti cinesi: prezzi, quindi, più elevati per i consumatori cinesi e perdite per gli esportatori statunitensi.

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