Eleuterio Arcese è stato riconfermato alla
guida di ANITA per il prossimo triennio. Confermati anche i vice Presidenti
Sergio Bertani, Natale Mariella,
Pigliacelli. L’assemblea ha anche approvato le linee programmatiche per
il triennio 2011 – 2013 dove gli accordi di settore possono rivestire un ruolo
prioritario per definire e regolare i rapporti tra le parti. L’obiettivo per i
prossimi anni è di sviluppare una politica industriale incentrata sulle riforme
che stimoli una riorganizzazione delle imprese. Occorre poi una semplificazione normativa che renda
efficiente il sistema dei trasporti e l’individuazione di parità di condizioni
tra vettori nazionali e internazionali. Potenziare la presenza in Europa è un
altro aspetto fondamentale su temi centrali quali la tassazione dell’energia e
i pesi e dimensioni dei veicoli. L’autotrasporto italiano deve diventare
competitivo, organizzato ed efficiente e noi imprenditori dobbiamo essere gli
artefici del cambiamento”. E’ con questa esortazione che Eleuterio Arcese ha
aperto l’Assemblea generale. “Lo sviluppo del
nostro Paese dipende soprattutto dalla forza delle nostre imprese e dalla
capacità di guardare al futuro. Non possiamo continuare a chiedere al Governo
solo risorse economiche. Occorrono riforme che stimolino la riorganizzazione
del sistema di trasporto italiano”. “Una
riforma del settore – ha spiegato Arcese – deve partire dalla regolazione di
quelle imprese che nell’attuale mercato raggiungono livelli di esasperazione
che generano conflittualità”. “E’ in Europa
che si gioca il futuro delle nostre imprese. Dobbiamo ragionare in un’ottica
europea e pensare alla crescita e allo sviluppo dell’autotrasporto per renderlo
competitivo sul mercato globale. Ci troviamo,
invece, troppo spesso a doverci preoccupare di agitazioni che minacciano la
pace sociale, perdendo di vista l’obiettivo principale. E’ ora di voltare
pagina. Dobbiamo evitare di ripetere gli errori del passato e fare in modo che
l’autotrasporto si consideri sempre più parte del sistema economico. Chiediamoci
se gli interventi normativi finora emanati potranno davvero contribuire al rilancio dell’autotrasporto e al
riequilibrio della posizione negoziale dei vettori nei confronti dei
committenti. Sbaglia
chi crede che i costi minimi
possano risolvere i problemi del comparto e c’è da augurarsi che essi non siano
fonte di ulteriori inefficienze e criticità per il settore e per l’intera
economia”.