Ci sono tutte le premesse per una ripresa del traffico ferroviario in attesa che il terzo valico venga ultimato, sfruttando a pieno le potenzialità della linea esistente. Lo studio realizzato dalla società TLS Europe, presentato a Genova durante la 66esima Assemblea Annuale di Assagenti (Associazione agenti raccomandatari mediatori marittimi), ha dimostrato che a fronte di una capacità delle attuali linee ferroviarie pari a 470 treni al giorno, nel 2007 si era raggiunto il 73% di saturazione della rete, con 342 treni giornalieri circolanti (vero dato pre crisi), di cui 204 merci e 138 passeggeri. «Saturando la linea al 90% — afferma Carlo Camisetti, chairman e CEO di TLS Europe — ci sarebbe spazio per 81 treni merci in più al giorno e con i volumi attuali del porto di Genova, quasi il 60%, circa un milione di teu, potrebbe essere spostato su rotaia». Un risultato reso possibile anche dagli attuali interventi sul nodo ferroviario del capoluogo ligure e dalle opere accessorie in corso o programmate nel breve periodo. Il trasporto container a mezzo ferrovia da e per il porto di Genova si è quasi dimezzato passando dal 20% del 2007 al 12% circa di oggi. Il crollo è stato determinato da una serie di concause e innescato dall’aumento delle tariffe ferroviarie influenzate anche dall’alto costo delle manovre portuali, che di fatto hanno reso il servizio poco competitivo. «Un utilizzo più efficiente della linea attuale — spiega Giovanni Cerruti, Presidente Assagenti — consentirà a Genova di acquisire quote di mercato sempre più consistenti nel cuore dell’Europa, invogliando gli operatori ferroviari internazionali a organizzare nuovamente treni lungo queste tratte. In questo modo si preparerà il giusto terreno per il terzo valico. Le politiche europee sono ormai orientate alla diminuzione delle emissioni. Se l’Italia non si adegua, i porti del Nord avranno un ulteriore vantaggio competitivo per allungare il loro raggio d’azione a discapito dei nostri scali». In uno scenario stimato di crescita del traffico container a livello globale dai circa 143 milioni di teu del 2007 a quasi 370 milioni nel 2020, Genova ha un tenore di crescita abbastanza limitato (calcolato sul tasso di crescita nel periodo 1998-2007), che oscilla tra l’1,76% di uno scenario basso al 4,34%, contro una crescita globale di circa il 9,8% che ha caratterizzato nello stesso periodo un incremento dei volumi transitati per i porti del nord e di quelli spagnoli. In assenza di nuovi mercati, la movimentazione stimata per il porto di Genova al 2020 risulterà essere compresa tra 2,1 milioni e 2,7 milioni di teu. In previsione di questa crescita i porti di tutto il mondo stanno ampliando le proprie strutture. Anche a Genova con il completamento delle opere oggi in corso e previste – calata Bettolo, riempimento Ronco Canepa – e con una maggiore percentuale di utilizzo delle aree, in linea con gli standard mondiali, si potrebbero raddoppiare i volumi di movimentazione odierni e arrivare a circa 4 milioni. La linea attuale consentirebbe di trasportare via ferro solo il 35% dei container, mentre con il terzo valico si potrà raggiungere il 60% e soddisfare completamente la domanda anche in previsione di una maggiore crescita dei volumi. Oltre a servire completamente il Nord Italia e a riacquisire quote di traffico oggi dirottate attraverso i porti del Nord Europa, Genova potrebbe entro il 2020 intercettare rispettivamente il 30% del traffico destinato via ferrovia al sud della Germania e il 60% dello stesso traffico destinato alla Svizzera e all’Austria. «Gli aspetti positivi che il terzo valico può generare sullo short sea con i paesi del Nord Africa e sul traffico passeggeri sono abbastanza evidenti — dichiara Cerruti — Commissionando questo studio, abbiamo volutamente tralasciato questi aspetti, certamente non secondari, concentrandoci solo sulle potenzialità che potrebbe mettere in campo il nostro porto, in presenza di un collegamento ferroviario efficiente con il bacino economico del centro Europa. È chiaro che bisogna iniziare da subito a creare volumi di traffico sia attraverso un importante impegno commerciale da parte delle imprese sia investendo a livello di finanziamenti pubblici/privati a sostegno della ferrovia».