Presso il Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro si è svolto il convegno “Mediterraneo, zona di libero scambio”. Il Cnel ha deciso di affrontare questo argomento perché il 2010 è l’anno dell’area euro-mediterranea di libero scambio, affrontato non senza criticità. Quest’anno, infatti, doveva essere la data limite fissata dal processo di Barcellona per concludere il capitolo economico e finanziario iniziato con la dichiarazione di Barcellona del 1995. Ma questo processo non esiste più, sostituito dall’Unione per il Mediterraneo, che a sua volta conosce un momento di stasi. Il completamento dell’Area di libero scambio è rinviato di un anno, se non, più probabilmente, di un periodo ancora indefinito. Per questo motivo il Cnel ha ritenuto necessaria una riflessione riguardo al paradosso mediterraneo, in considerazione della crescita considerevole di alcuni paesi terzi dell’area. Le considerazioni finali, rispetto alle prevedibili conseguenze che avrà l’area di libero scambio sui processi d’integrazione, soprattutto sulla base dei trattati tra Unione europea e stati arabi, è proprio quella di trovare un accordo per favorire la cooperazione tra gli stessi stati arabi e poi con l’Europa. L’accordo di Agadir potrebbe consentire la creazione di un’area di libero scambio estesa all’Europa, ai paesi mediterranei, ma anche ai paesi arabi membri dell’area panaraba. Passo necessario per relazionare il differente spessore dell’animus cooperandi che si manifesta in Europa e nel mondo arabo.
(Da Maritime Transport Daily Newsletter)