Senza interventi mirati il cargo ferroviario rischia di sparire. Questo è l’allarme lanciato da Confetra (Confederazione generale italiana dei trasporti e della logistica) che, in una lettera al ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Altero Matteoli, esprime «la sua soddisfazione per il capitolo “La liberalizzazione della rete ferroviaria italiana” contenuto nell’allegato Infrastrutture al Dpef 2010-2013, ma ribadisce anche la necessità di una risposta positiva al binomio liberalizzazione-competizione in materia di trasporto ferroviario».

 

«Il modello di holding delle Ferrovie italiane è certo conforme alla disciplina comunitaria – dice Nando Albini presidente della Confetra – tuttavia nel nostro Paese sono carenti due aspetti fondamentali. Manca una chiara e trasparente separazione contabile tra attività connesse alla gestione delle infrastrutture e attività derivanti dalla prestazione dei servizi di trasporto; all’interno dei servizi di trasporto non c’è chiara distinzione tra il trasporto persone ed il trasporto merci né tra le diverse modalità del trasporto merci».

 

Secondo Albini, «l’accessibilità al mercato ferroviario delle merci per nuovi operatori non è garantita da alcun organismo indipendente: basti pensare che l’Agenzia nazionale per la sicurezza ferroviaria – osserva – dipende, per l’applicazione pratica del suo mandato, pur sempre da Rfi e quest’ultima fa capo al gruppo Fs».

 

Per Confetra, «il cargo ferroviario italiano continua a registrare contrazioni di volumi (così come evidenziato anche dalla Nota Congiunturale Confetra relativa al primo semestre 2009). La situazione non è dipendente solamente dall’attuale contingenza generale negativa. Le cause principali di una riduzione così consistente nel 2008 vanno ricercate nell’attuale sistema di governance Fs». Nell’anno passato, fa notare Confetra, la viabilità stradale italiana ha registrato circa 80 miliardi di chilometri: il 25% di essi, percorso da automezzi industriali pesanti, rappresenta il mercato potenziale che un sistema ferroviario non monopolista potrebbe penetrare.

 

Invece, sempre nel 2008, sommando tutte le modalità diverse del trasporto ferroviario, sono stati fatti poco più di 25 milioni di chilometri per il cargo a treni completi, cioè poco più dello 0,12%. «Il ministro Matteoli – prosegue Albini – ha manifestato la inequivocabile volontà politica di riequilibrare l’attuale situazione, il cui persistere porterà inevitabilmente alla scomparsa di un elemento fondamentale della nostra economia nazionale quale è il trasporto merci a mezzo ferrovia, con un conseguente aggravamento della situazione ambientale. Contiamo quindi – conclude Albini – sulla continuità dell’azione del ministro e sulla positiva conclusione delle questioni che sono rimaste pendenti prima delle ferie estive».

 

(da: shippingonline.ilsecoloxix.it dell’11.09.2009)