Sarà pronta entro Natale la nuova versione del Vts, il servizio di sorveglianza e gestione del traffico marittimo del Corpo delle Capitanerie di Porto – Guardia Costiera che porterà dall’attuale 60% al 95% il controllo sul nostro mare. In pratica, ogni chilometro della costa italiana e tutto il Mediterraneo saranno monitorati ventiquattro ore su ventiquattro: tutte le unità in navigazione, le anomalie, i naufragi, gli sbarchi illegali, i danni per l’ambiente compariranno sugli schermi delle centrali operative del Corpo.

Lo annuncia all’Adnkronos il responsabile nazionale del progetto, l’ammiraglio ispettore Ferdinando Lolli, comandante della Capitaneria di porto di Genova e direttore marittimo della Liguria. «Sono in corso i collaudi – spiega Lolli – e sono complessi perché il Vts è molto complesso, i sistemi di calcolo già in servizio devono essere sostituiti con altri più performanti, infrastrutture, centrali operative, sensori e apparecchi e radar vanno adeguati alla nuova tecnologia. A Genova Voltri in settembre inizieranno i lavori per l’installazione del primo di due nuovi radar a diversità di frequenza. Stiamo perseguendo l’integrazione sempre più spinta di tutti i componenti del sistema per arrivare a una rappresentazione unica dell’immagine di traffico».

«La parte più delicata – chiarisce – è fare ragionare insieme i diversi software. L’integrazione esiste già con l’attuale Vts, con il nuovo sarà totale. Terminati i collaudi, quando tutto sarà a posto, per tre mesi i due sistemi funzioneranno contemporaneamente, poi sarà attivo solo il secondo». Il Vts attuale (entrato in attività nel 2003) funziona per mezzo di continue interazioni terra – nave e gestore – utente: è un sistema complesso di mezzi di rilevazione (radar, radiogoniometri, telecamere a circuito chiuso), di comunicazioni (ricetrasmettitori in radiofonia dsc) e integra i dati provenienti dai sistemi d’identificazione e autenticazione automatica Ais (Automatic Identification System), che consentono l’interscambio tra le unità navali e e le stazioni di terra rientranti nella portata radio della banda Vhf/Fm (mediamente 20- 30 miglia) e da altri sottosistemi.

I dati vengono combinati tra loro, analizzati e integrati da appositi software di gestione e rappresentati in un immagine del traffico complessivo su cartografia elettronica che compare sullo schermo. Il Vts è stato adottato da diversi paesi europei, per il Mediterraneo coordinatore è l’Italia, che riceve dati dagli altri paesi e li restituisce. Già con l’attuale Vts gli uomini delle Capitanerie di Porto sono in grado di vedere sui loro schermi, in tempo reale, nome, posizione, velocità, rotta e altri dati delle unità in navigazione nella maggior parte del Mediterraneo.

Con il secondo Vts, che integrerà nuovi sottosistemi e i dati del sistema satellitare Lrit (Long Range Identification and Tracking) l’Italia potrà monitorare tutto il Mediterraneo. Per arrivare a questo risultato stanno lavorando una ventina di uomini del Corpo e circa duecento superspecialisti delle aziende fornitrici (tra cui Selex Sistemi Integrati, Elsag Datamat, Gem Elettronica, Selex Communications, Elman, Cseit). Per il nuovo Vts l’investimento è circa 220 milioni di euro, il primo ha richiesto un centinaio di milioni. Con questa realizzazione l’Italia si pone all’avanguardia nel mondo e il gruppo Finmeccanica batte il suo rivale nel settore, Lokheed Martin e, con le aziende partner, potrà esportare il sistema.

(da: lavvisatoremarittimo.it del 30.07.2009)