La Commissione europea ha ufficialmente chiesto all’Italia di modificare la propria legislazione per renderla conforme alle regole sull’esenzione per le navi previste dalla direttiva IVA 2006/112/CE. L’Italia ha due mesi di tempo per procedere alla regolarizzazione. La direttiva 2006/112/CE autorizza, a determinate condizioni, l’esenzione dall’IVA per la cessione di beni destinati al rifornimento e al vettovagliamento delle navi che navigano in alto mare, nonché per le cessioni, trasformazioni, riparazioni, manutenzioni e locazioni di tali navi. La legislazione italiana va oltre quanto previsto dalla direttiva IVA: applicando l’esenzione IVA alle navi commerciali che non navigano in alto mare; escludendo dall’esenzione alcuni servizi che dovrebbero esservi inclusi; prevedendo l’esenzione anche per le navi destinate agli enti pubblici (ciò che è contraria alla direttiva europea). In linea di principio, sottolinea la Commissione UE, le esenzioni devono essere applicate in maniera uniforme: l’estensione, da parte dell’Italia, dell’applicazione delle esenzioni comporta pertanto una distorsione tra gli Stati membri. La richiesta della Commissione UE assume la forma di un parere motivato (seconda tappa del procedimento di infrazione). In assenza di regolarizzazione entro i due mesi che seguono l’invio del parere motivato, la Commissione potrebbe decidere di adire la Corte di giustizia UE. La Commissione aveva già inviato alle autorità italiane una lettera di messa in mora il 15 maggio 2009. In risposta a questa lettera le autorità italiane si erano impegnate a conformare la loro legislazione a quella dell’UE. Ad oggi, però, la normativa nazionale non è ancora stata modificata.