La Federazione del Mare condivide le preoccupazioni che esperti ed operatori hanno espresso agli Stati Generali dell'Autotrasporto e della Logistica, tenutisi a Milano, sul rischio che i porti italiani possano essere compressi tra i porti del Nord Europa e i porti della sponda Sud del Mediterraneo a causa dei tempi troppo lunghi della movimentazione delle merci. La Federazione del Mare condivide, inoltre, l'analisi di Confindustria sul grave problema rappresentato dalle carenze di raccordi ferroviari ed autostradali in molti porti italiani ed auspica l'avvio di una decisa politica di intervento per la realizzazione di infrastrutture portuali e di collegamento tra porti e retro porti, fattori strategici per contribuire a rendere competitivo il sistema industriale italiano. La Federazione del Mare, che costituisce il ‘maritime cluster’ italiano, vuole dare rappresentanza unitaria al mondo marittimo del paese, per consentirne l’apprezzamento come fattore di sviluppo ed affermarne la comunanza di valori, di cultura e di interessi. Le attività marittime italiane annualmente producono beni e servizi per un valore di 40miliardi di euro, di cui 15miliardi esportati (5% dell'export nazionale), e dedicano a costi intermedi e investimenti fissi 12miliardi di euro (4,4% degli investimenti italiani), fornendo occupazione a oltre 165mila addetti direttamente e ad altri 230mila nelle attività manifatturiere e terziarie indotte. (Da Maritime Transport Daily Newsletter)