La Francia investirà fra i 5 miliardi e i 7 miliardi di euro per rilanciare il trasporto ferroviario delle merci. Lo dice il quotidiano parigino Le Figaro, politicamente vicino al governo, che ieri ha anticipato il cosiddetto “Plan Fret d’avenir”. È il “piano per il trasporto merci del futuro” che il governo di Parigi dovrebbe annunciare oggi durante il consiglio dei ministri, dopo una settimana frenetica di incontri fra l’Eliseo, palazzo presidenziale che ospita Nicolas Sarkozy, e il ministero dell’Ecologia e dello Sviluppo sostenibile, a cui fanno capo i trasporti.

 

Il piano ha quattro obiettivi prioritari: le autostrade viaggianti, per incoraggiare i camionisti a far salire i loro mezzi sui treni per le tratte di lunga percorrenza; i cosiddetti Tgv merci, treni superveloci per i prodotti di maggior valore aggiunto; il coordinamento treno-nave; la creazione di imprese locali per il trasporto merci su rotaia. Sono tutti servizi che in Francia non esistono ancora su scala nazionale e che potranno svilupparsi grazie alla costruzione delle infrastrutture necessarie. Nel piano saranno coinvolti anche i porti. Le banchine verranno attrezzate perché le merci possano essere sbarcate direttamente dalle navi ai treni. Saranno inoltre costruite linee dedicate ai treni merci.

 

La decisione della Francia di rilanciare un settore che è storicamente debole rispetto sia ai treni passeggeri sia al trasporto delle merci su strada, avrà sicuramente ricadute che toccheranno, nel bene o nel male, anche l’Italia. Da alcuni anni, ad esempio, si parla molto del progetto franco-spagnolo Ferrmed, che riunisce enti pubblici e operatori privati lungo il corridoio che parte dai porti di Algeciras, Valencia e Barcellona e, attraverso la Francia, arriva fino alle piattaforme intermodali dell’Europa centrale, prima fra tutte Duisburg. Si tratta di un progetto mirato a raccogliere in grandi hub gran parte delle merci provenienti dal Far East e che potrebbe in futuro riguardare anche America Latina e Africa, le due aree geografiche da cui oggi ci si aspetta la maggiore crescita dei traffici. I container saranno avviati via terra su treno.

 

L’utilizzo degli scali spagnoli e di Marsiglia per le merci dirette verso il Nord Europa taglierebbe fuori da questo flusso l’Italia, dove negli ultimi anni il trasporto merci ferroviario è uscito dalla lista delle priorità. Finora, però, la realizzazione di Ferrmed è stata rallentata dallo scarso sviluppo infrastrutturale e dalla modesta dotazione di mezzi del cargo ferroviario in Spagna e in Francia. In Spagna, la quota di merci su ferrovia è irrisoria, il 3% rispetto alle altre modalità. La Francia sta un po’ meglio col 14%, più dell’Italia (che è ferma da anni all’8%), ma comunque poco rispetto alle potenzialità geografiche dell’Esagono, ben più adatto dello Stivale a ospitare binari. Ciò non toglie che alcuni passi avanti siano stati fatti e che singole realtà, come il porto di Barcellona, ce la stiano mettendo tutta per spostare i container su treno. Lo scorso febbraio, proprio da Barcellona è partito un innovativo servizio ferroviario che dai terminal catalani porta i container direttamente a un grande centro logistico a Lione.

 

Ma la notizia dell’impegno della Francia nei confronti dei treni cargo potrebbe essere favorevole per chi, come il presidente della camera di Commercio di Genova, Paolo Odone, si batte per togliere Genova dall’isolamento sponsorizzando non solamente la linea verso Rotterdam, ma anche più recentemente quella verso Marsiglia via Ventimiglia, possibile alternativa alla Torino-Lione per completare l’asse europeo da Lisbona a Kiev.Pur favorendo le ferrovie, il piano di Parigi non intende rimediare agli errori finanziari della società ferroviaria nazionale Sncf, che quest’anno ha un deficit di 600 milioni: «Questo piano – ha detto una fonte governativa francese – non salverà i conti di Sncf, ma svilupperà le infrastrutture indispensabili alla modernizzazione del trasporto merci». D’altra parte il presidente di Sncf, Guillaume Pepy, nel 2008 aveva preso un impegno preciso per lo sviluppo del settore cargo. «Gioco una parte del mio mandato su questo tema» ha confermato ieri Pepy al quotidiano parigino.

 

(da: lavvisatoremarittimo.it del 16.09.2009)