È guerra aperta fra Maersk Line, la compagnia container numero uno al mondo, e gli spedizionieri genovesi. I rappresentanti della società danese sotto la Lanterna hanno infatti deciso di concentrare su Voltri, presso il loro agente Smi, la consegna delle contropolizze necessarie allo sdoganamento della merce. Questo servizio era finora svolto anche nella sede al porto antico di Genova. Inoltre Maersk ha cominciato a inviare in formato digitale, via posta elettronica, i buoni che servono a ritirare dal terminal i container sbarcati e farli uscire dal porto. Soltanto che, secondo gli spedizionieri, il ritiro è possibile solamente con il documento cartaceo originale e non con una copia digitale. Si tratta di scelte che in ogni parte del mondo le compagnie marittime stanno facendo per ridurre i costi e rispondere alla crisi. Quello che paga in meno Maersk, però, finiscono per pagarlo in più gli spedizionieri.

 

Questo almeno è quanto sostengono le due associazioni di categoria, Spediporto, che riunisce le case di spedizione, e Agespedo, associazione degli spedizionieri doganali. E così due questioni che sono apparentemente tecniche, dall’inizio dello scorso agosto a oggi non hanno ancora trovato una soluzione condivisa. Il conflitto è tracimato fino all’attivazione da parte delle due associazioni dei rispettivi uffici legali, per verificare se esistano gli estremi per chiedere i danni alla compagnia.

 

Da parte di Maersk, tuttavia, non è prevista alcuna marcia indietro. «Capisco – dice Alessandro Lanza, responsabile import di Maersk a Genova – che gli spedizionieri non accettino il cambiamento. Noi restiamo aperti al dialogo, ma andiamo avanti per la nostra strada. Nel resto del mondo, fra l’altro, non esiste questa procedura. La contropolizza è richiesta solamente a Genova e Livorno. E noi la mettiamo a disposizione, non più a Genova, ma a Voltri». «Per noi – ribatte Davide Cabiati, presidente di Agespedo, che ha fatto presente il problema sia all’Autorità portuale, sia all’associazione agenti marittimi di Genova – non è accettabile.

 

La cosa giusta sarebbe stata di chiedere un incontro in Autorità portuale e trovare una soluzione insieme. Si potrebbe anche discutere su come eliminare la contropolizza. Invece sono state prese decisioni senza comunicare niente alla nostra associazione, come se a Maersk tutto fosse concesso. Questo non è corretto. Siamo disponibili a trovare una via d’uscita, ma siamo irremovibili sul ritirare i documenti a Voltri». La richiesta è di riportare il servizio a Genova, altrimenti «passeremo dalle parole ai fatti, anche con una causa penale di richiesta danni. Perché noi il servizio già lo paghiamo».

 

Anche Spediporto è contraria all’iniziativa di Maersk: «Sta provocando – afferma il segretario generale, Giampaolo Botta – disagi ai nostri associati, costi maggiori per svincolare la merce e perdite di tempo legate al traffico stradale. Ulteriori problemi sono dati dal buono di consegna che ci arriva in formato digitale pdf, mentre il terminal Vte vuole l’originale, altrimenti non consegna il container». Insomma, nell’epoca di e-port e del pre-clearing, le procedure in porto rischiano ancora di essere rallentate per un foglio di carta che deve viaggiare manualmente fra Voltri e Genova.

 

(da: lavvisatoremarittimo.it del 15.09.2009)