''Faremo qualsiasi cosa
sia necessaria affinché gli ostaggi dei pirati somali tornino in famiglia sani
e salvi. Faremo del nostro meglio''. Lo ha assicurato il premier somalo,
Abdiweli Mohamed Ali, in visita a Roma in questi giorni, nel corso della
conferenza stampa con il ministro degli Esteri Giulio Terzi alla Farnesina,
rispondendo a una domanda sulla nave italiana Enrico Ievoli sequestrata al
largo dell'Oman a fine dicembre con a bordo 18 persone tra cui 6 italiani. ''La
pirateria – ha aggiunto – non è solo un problema somalo ma regionale e globale.
Per questo serve una strategia comune''. La vicenda della nave italiana Enrico
Ievoli viene “seguita con estrema attenzione da parte del Governo e della
Farnesina” ma “siamo fortemente tenuti alla linea del riserbo, che
auspico da parte di tutti, per garantire la vita, l'incolumità e il ritorno a
casa dei connazionali coinvolti”, ha assicurato dal canto suo il ministro
degli Esteri Giulio Terzi. Il premier della Somalia  ha sottolineato che
“le cause della pirateria sono l'assenza di leggi e la miseria. E' un
problema da affrontare e risolvere a terra, non in mare”. “Siamo
soliti affrontare il problema della pirateria nel modo sbagliato. La soluzione
non va trovata solo attraverso un intervento militare in mare ma a terra, alla
radice” ha spiegato Ali ricordando che il problema della pirateria
“si è aggravato, sin dal 2008”, con il peggiorare dello stato di
sicurezza e della crisi economica sulle coste somale. A tal proposito il
premier di Mogadiscio ha evidenziato come esista “un'altra tipologia di
pirateria, più importante e altrettanto illegale, che è quella dei prodotti del
mare” oltre alla “grave questione dello scarico di rifiuti tossici
nel mare”.