Un sistema capace di mettere in comunicazione tre diversi modi di trasportare merci e persone – in mare, su gomma e rotaia – da utilizzare a livello nazionale con procedure standard. Il sogno potrebbe diventare realtà.

 

Il progetto Slimport, inserito in Industria 2015 nell’ambito della promozione della mobilità sostenibile, è appena stato finanziato dal ministero dello Sviluppo economico con 11,5 milioni di euro. Tra fondi pubblici e privati, l’investimento complessivo che l’iniziativa attiverà è pari a 26 milioni di euro. I contratti sono stati siglati l’altro giorno a Roma, ora dovranno essere registrati dalla Corte dei conti.

 

«Ancora un paio di mesi per perfezionare la procedura burocratica e a marzo saremo operativi: il sistema potrà essere testato già a progetto in corso. La consegna del lavoro è prevista entro due anni». Remo Pertica, amministratore delegato dei distretto dei Sistemi intelligenti integrati, su Slimport ha investito molto.

«È un progetto promosso dal Siit – chiarisce il manager – che però esula dai contenuti dell’Accordo di programma quadro siglato all’atto della costituzione del distretto. Rappresenta il primo esempio pratico delle capacità operative del distretto e della sua propensione ad essere autonomo nell’attivazione di finanziamenti pubblici e privati». Rispetto agli 11,5 milioni di euro di fondi pubblici stanziati, 6 milioni sono destinati agli associati del distretto, che insieme dovranno attivare un investimento complessivo pari a 14 milioni di euro.

 

Per il settore dei trasporti e della logistica, Slimport è una sorta di “terra promessa”. Quel che il nuovo sistema integrato – hardware e software – si propone di fare è velocizzare le operazioni portuali, sia per le merci che per i passeggeri, minimizzando l’impatto ambientale; incrementare l’intermodalità e migliorare la sicurezza del lavoro degli operatori portuali.

 

Con un unico sistema informatico integrato, insomma, si punta a mettere in comunicazione l’ultimo miglio mare con il primo miglio terra. In concreto, per esempio, si punta all’automatizzazione delle operazioni di gate sia in dogana, sia nel traffico destinato ai traghetti. O ancora all’ottimizzazione dei flussi tra porti e retroporti, sia su strada sia su ferrovia. Tra gli obiettivi, naturalmente, l’integrazione tra i vari sistemi informatici già presenti nella logistica italiana.

 

Nove sono gli utilizzatori finali che hanno deciso di partecipare all’impresa, verificandone via via i risultati: le Autorità portuali di Genova, Savona, La Spezia, Trieste, Taranto, Brindisi, Del Levante (Bari, Barletta, Monopoli) e Gioia Tauro; gli interporti di Bologna e Rivalta; la Stazione marittima di Genova. Così facendo, si intende arrivare tra due anni con un prodotto già testato, pronto per essere utilizzato.

 

A realizzarlo saranno una quarantina di soggetti aggregati (di cui oltre la metà – 21 – associati al Siit): 13 aziende di grandi dimensioni, 18 piccole e medie imprese e 9 enti di ricerca. A fare da capofila di un tale schieramento tecnologico, la genovese Elsag Datamat.

 

«La convergenza tra imprese, enti di ricerca e istituzioni – conclude Pertica – questa volta hanno sortito un esito affatto scontato».

 

(da: shippingonline.ilsecoloxix.it del 30.12.2009)