La Procura di Livorno ha notificato all’ex presidente dell’Autorità Portuale di Livorno Roberto Piccini la conclusione delle indagini per i reati di abuso d’ufficio, falso e occultamento di atti nella quale sono coinvolti anche l’ex Segretario Generale Gionfriddo e il responsabile finanziario Migheli. L’indagine riguarda il noleggio di un pontone che si sarebbe rivelato inutile e costoso per il bilancio dell’Autorità Portuale e che avvantaggiato la Compagnia Portuale a scapito di Sintermar. Tutto gira intorno a una gara che l’Authority nel 2009 ha avviato senza pubblicazione di bando per il noleggio di un pontone galleggiante per navi ro-ro. Una procedura, secondo la Procura, possibile solo in situazioni di estrema urgenza o di imprevisti. L’Autorità Portuale livornese avrebbe aggiudicato la gara alla Safim di Genova (unica a presentare l’offerta) per 552 mila euro il primo anno e 357 mila per l’eventuale successiva proroga di un altro anno. Il pontone Dakota II, rimasto due anni nel porto di Livorno, secondo i magistrati non fu invece mai utilizzato e fu anzi collocato ad un accosto diverso da quello previsto. La procedura d’urgenza avrebbe così danneggiato l’Authority per le spese di noleggio di un bene inutilizzato ad un prezzo verosimilmente superiore a quello che poteva uscire al termine di una gara, ma anche la Sintermar che vedeva sfumare così la trattativa per l’acquisto del pontone ad un prezzo di 900 mila euro. I vantaggi si sarebbero invece concretizzati per la Safim (che 900 mila euro li ha presi in due anni di noleggio) e soprattutto per la Compagnia Portuale che in questo modo avrebbe mantenuto la commessa per lo sbarco di veicoli che sarebbe potuta passare alla Sintermar.