Le imprese portuali
livornesi, con l’appoggio di Confindustria, hanno stanno presentando ricorso
alla Commissione Tributaria di Firenze contro l'istituzione di una nuova tassa
sulle aree demaniali in porto. La tassa ha origine da una legge di sei anni fa
che ad oggi non era mai stata applicata. A partire con la sua messa in pratica
sono state alcune regioni, tra cui Toscana e Marche. Nelle Marche, l'Autorità
portuale di Ancona si è opposta direttamente. In Toscana, l'accusa dei
terminalisti è che l'Autorità portuale di Livorno a richiesta della Regione si
è limitata a inviare gli elenchi dei stessi terminalisti, mentre per esempio Piombino
ha bloccato la richiesta facendo un quesito all'avvocatura di Stato sulla
legittimità della richiesta. Secondo il Presidente Gallanti, “questa imposta
regionale sulle concessioni demaniali non è dovuta”. Gli elenchi, ha aggiunto
Gallanti, “sono stati dati alla regione a ragion veduta, perché da Firenze si è
spostato il piano della discussione: non più se e come attuare questa imposta
ma la minaccia che, in caso avessi ripetuto il diniego, di avviare un’azione
legale per farsi risarcire”. Con un simile scenario in campo, l'Autorità
Portuale non se l'è sentita di “aprire una guerra istituzionale e neppure di
esporre l'ente a correre un simile rischio”. La Toscana è una delle pochissime
Regioni ad aver scelto di richiedere il pagamento di questa imposta extra, e di
averlo fatto trattando da evasori chi non aveva mai pagato un tributo mai
richiesto. “So per certo – ha aggiunto il presidente – che la Liguria non ha
seguito l'esempio della Toscana.