Gli
ispettori dell’Autorità Portuale di Livorno hanno trovato al lavoro presso
la  Sintermar quattro dipendenti della
cooperativa di servizi CPM, che stavano facendo un lavoro di trasferimento
delle auto, servizio per il quale non sono autorizzati. La CPM ribatte che i
suoi dipendenti stavano semplicemente etichettando le macchine, servizio per il
quale la cooperativa è autorizzata. L’ennesima ispezione è avvenuta prima della
riunione della commissione consultiva, che domani dovrà decidere sulla
richiesta della CPM di svolgere anche il lavoro di trasferimento delle
autovetture. Se venisse accolta, terminerebbe il monopolio di fatto che, in
base a un’ordinanza del 2001, riserva questo tipo di lavoro a un solo soggetto,
la Unicoop Servizi. La cooperativa CPM era già stata trovata a lavorare dentro
la Sintermar meno di un mese fa. L’Authority aveva ribadito che CPM non è
autorizzata a svolgere il trasferimento delle auto dal piazzale portuale ai
piazzali esterni che svolge per conto della Fratelli Elia, ricevitore delle
auto. Ma l’amministratore delegato della Fratelli Elia aveva risposto che la
condotta fin lì seguita era legittima e che dunque avrebbe continuato a
lavorare con la CPM. L’Autorità Portuale ha inviato una diffida sia alla CPM
che alla Sintermar. Quello di Unicoop Servizi è uno dei monopoli che restano
nel porto, unico soggetto autorizzato in porto a svolgere i trasferimenti di
auto da piazzale a piazzale. Il privilegio fu concesso alla cooperativa una
decina di anni fa, per rispondere a «un problema sociale», nell’ottica di un
accordo spartitorio con la Compagnia e con l’assenso di tutte le componenti
portuali.