L’Autorità
Garante della concorrenza e del Mercato ha comminato sanzioni per oltre 76 milioni di euro a diciannove case di spedizioni internazionali. Secondo
l’Authority, le imprese avrebbero concordato continui aumenti dei prezzi o di
loro componenti con scambi di informazioni sui costi in particolare sui
riflessi del prezzo del carburante e dei pedaggi autostradali esteri e sulla
struttura dei costi dei partecipanti. Nella determinazione delle sanzioni,
l'Autorità ha tenuto conto dell'andamento dei bilanci, del grado di partecipazione
al cartello e della collaborazione tenuta nel corso dell'istruttoria. Le
maggiori responsabilità sono state addebitate ad Agility, Albini, Brigl, DHL,
Italsempione, Saima, Schenker e Vidale. Ma Schenker prima e Agility
e DHL poi hanno tuttavia consentito
con le loro dichiarazioni l’intervento dell’Autorità. Alla Schenker è stata
riconosciuta l’immunità, ad Agility e Dhl, l’Autorità ha riconosciuto la
riduzione della sanzione nella misura rispettivamente del 50% e del 49%. Per la
collaborazione fornita, la riduzione della sanzione, nella misura del 10%, è
stata decisa anche per la Sittam. Le aziende che hanno collaborato con
l’Antitrust hanno risparmiato circa 40
milioni di euro
in termini di mancata sanzione: da sola l’impresa che ha
avuto l’esenzione totale avrebbe rischiato una multa di circa 31 milioni. Nel
dettaglio, le sanzioni comminate ammontano a: Fedespedi 103.207 euro; Agility
139.790; Albini & Pitigliani
8.477.792; Brigl 942.900; Cargo Nord 152.915; DHL Express 6.642.510; DHL Global Forwarding 198.701; Francesco Parisi 24.955; Gefco 3.159.440; Geodis Wilson 12.087.364; I-Dika 239.470; Italmondo 324.465; Italsempione 12.480.000; ITK Zardini 793.840; ITX Cargo 127.260; Rhenus 3.233.194; Saima 23.632.950; Sittam 3.215.742; Vidale 347.200; Villanova 159.973. Il Presidente di
Fedespedi Piero Lazzeri ha subito annunciato opposizione verso il
provvedimento.