Multipurpose ultimo atto. L’Autorità portuale sta preparando i documenti per assegnare in via definitiva la banchina più tormentata dello scalo genovese all’accoppiata Messina-Gavio, già giudicata vincente nella gara dalla commissione giudicatrice. Il voto del Comitato – che sarà un sì, salvo sorprese dell’ultimo minuto – è atteso per il 31 maggio. Con il voto del Comitato si chiude formalmente l’era dei sequestri e delle assegnazioni provvisorie di questo pezzo di porto al centro di un’inchiesta della magistratura, ma non tutto andrà automaticamente a regime subito.
Su queste aree, infatti, si trovano al momento due soggetti – la Grendi e, per una parte, il gruppo Spinelli – che dovranno fare fagotto. Il gruppo Spinelli sarà il meno toccato: dovrà rinunciare a ventimila metri quadrati. Un problema, certo, ma sopperibile anche con i nuovi investimenti sul Distripark di Prà.
Più complessa la situazione del gruppo Grendi che rimarrà senza una banchina dove scaricare nel porto di Genova. Attualmente Grendi ha una concessione provvisoria per restare al Multipurpose sino al 31 maggio. Dopo, arrivano i nuovi inquilini. «L’azienda si troverebbe costretta a trasferire la propria linea per Cagliari, servita da 3 navi, con 5 approdi settimanali, in un altro porto, con le immaginabili conseguenze per i 35 dipendenti e le loro famiglie» spiegano, allarmati, i lavoratori chiedendo alle autorità locali di intervenire.
Altro fronte, quello dei tribunali. Contro l’assegnazione a Gavio-Messina pendono un paio di ricorsi al Tar. La richiesta di sospensiva degli opponenti è stata respinta, ma rimane il giudizio sul merito. E poi, ovviamente, c’è la questione del processo penale. Se i giudici confermeranno le tesi dell’accusa, la nuova assegnazione trova legittimità nella cancellazione delle assegnazioni del 2001, viziate da turbativa d’asta. Ma se invece le tesi dell’accusa saranno respinte, allora potrebbbe essere necessario tornare allo status quo, lo “spezzatino” dei moli deciso dall’allora presidente del porto Giovanni Novi.
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