I progetti di sviluppo delle infrastrutture portuali nazionali sono stati al centro dell’intervento del presidente di Assoporti Francesco Nerli nel corso della seconda giornata di Port&ShippingTech tenutasi nel Palazzo Ducale di Genova. Per Nerli «lo sviluppo deve partire dalle infrastrutture ma, per fare questo ci vorrebbero idee chiare che questo Paese non ha. L’Italia sulle infrastrutture è ferma – ha detto Nerli – a quella sommatoria di tante opere che stanno dentro la legge obiettivo e che non vengono quasi mai finanziate. Oggi c’è bisogno di legare scelte prioritarie alle reti trans-europee dei trasporti, all’arco ligure, all’alto adriatico, all’asse Napoli – Bari, verso i Balcani, scelte che siano di sistema e che in questo momento l’Italia non definisce». Positivo il giudizio sul finanziamento del Cipe della prima tranche per la realizzazione del Terzo Valico dei Giovi, ma è necessario «andare oltre. In questo momento dobbiamo prendere il toro per le corna – prosegue Nerli -. Il Governo dice che non ci sono soldi per le infrastrutture ma, al tempo stesso, dice no alla possibilità di finanziare le infrastrutture in sede europea. In più dice che non ha soldi ma non vuole attuare le modalità usate in UE. L’autonomia finanziaria delle autorità portuali può contribuire, oltre alla realizzazione delle opere dentro i porti anche ai collegamenti con le reti. Si facciano dei project bond, si finalizzi alla crescita. Puntare sulla stabilità dei conti finanziari sta ammazzando il cavallo. Senza crescita non c’è stabilità. Quindi le risorse vanno messe in campo». (Da Maritime Transport Daily Newsletter)