Rafforzare l’alleanza fra i porti europei e diffondere in essi
il modello dei port center, le strutture che promuovono la conoscenza degli
scali da parte degli abitanti delle città portuali, avvicinando due mondi che
non sempre hanno una facile convivenza. E’ questo l’obiettivo del protocollo
d’intesa per la costituzione della rete di Port Center, siglato questa mattina
a Genova, a Palazzo San Giorgio sede dell’autorità portuale, da Alessandro
Repetto, presidente della Provincia di Genova, Luigi Merlo, presidente dell’Autorità
Portuale di Genova (i due soci del Genoa Port Center genovese, nato due anni
fa), Philippe Demoulin, general manager dell’Havencentrum Lillo di Anversa, il
primo port center in Europa, che dipende dalla Provincia di Anversa, e Pierre
Lecomte, presidente di AIVP (Association Internationale Villes et Ports), già
presidente del porto di Le Havre. L’iniziativa risponde agli indirizzi di ESPO
(European Sea Port Organization) a favore di una politica di maggiore
integrazione sociale tra i porti e i rispettivi territori cittadini.
L’obiettivo dell’iniziativa è la condivisione di esperienze, problemi e
soluzioni tra tutti i soggetti interessati a rendere i porti più attraenti e a
migliorarne il rapporto con le comunità locali, anche mettendo in relazione gli
studenti con i mestieri portuali, nell’ottica dell’orientamento professionale.
Inoltre, è importante la valorizzazione delle competenze umane e tecnologiche
dei diversi siti portuali. Gli abitanti delle città,  solitamente privi di
qualsiasi accesso al loro porto (in particolare, per ragioni di sicurezza),
stanno perdendo i legami con quel mondo. Ciò può provocare il rischio di
sviluppare nell’opinione pubblica una visione riduttiva del porto, inteso solo
come una zona industriale che genera inquinamento. Le funzioni connesse con il
commercio mondiale e le opportunità economiche e sociali che ne derivano
rischiano così di non essere più chiaramente percepite. Allo stesso modo,
agenti marittimi, spedizionieri, compagnie di navigazione, terminalisti e compagnie
portuali, e molte altre professioni nella comunità portuale risultano
scarsamente considerate e soffrono di una mancanza di visibilità. Il
protocollo, che avrà durata di 3 anni, prevede che: I partner elaborino in modo
concordato una ‘Carta degli obiettivi’, che definirà gli scopi e le ambizioni
sviluppati dai Port Center esistenti; I partner contribuiscano allo sviluppo
del programma ‘Port Center Network’ con un incontro una volta all’anno durante
l’assemblea generale AIVP o la Conferenza mondiale delle Città e dei Porti
organizzato ogni due anni; I Port Center di Genova e di Anversa trovino tutte
le soluzioni per lo scambio di informazioni e di buone pratiche sui rispettivi
diversi progetti educativi e sulle iniziative e gli eventi della comunità, al fine
di costruire un database interno condiviso, che verrà centralizzato da AIVP; I
partner concordino di trovare soluzioni per implementare un progetto di
cooperazione pedagogica da definire tra i Port Center di Anversa e Genova, in
collaborazione con scuole o classi di loro scelta; I partner facciano del loro
meglio per rendere il concetto di Port Center un ‘mainstream’ per la coesione
economica e sociale locale, non solo per un piccolo numero di città portuali,
ma ampiamente applicato in tutti i porti; I partner si avvalgano dei propri
rispettivi contatti e reti, al fine di promuovere il concetto Port Center tra i
ministeri competenti in materia portuale nei rispettivi governi nazionali.