Con la recente emergenza
crociere (quattro grandi navi passeggeri dirottate da Venezia e ormeggiate con
un preavviso di poche ore alle sue banchine), il porto di Trieste ha fornito al
mercato una prova del ruolo che può svolgere in questo settore. Proprio le
prospettive, nonché le motivazioni per occupare una posizione permanente nel
mercato delle vacanze sul mare, saranno oggetto del workshop “Trieste Porto
Blu”, che avrà luogo venerdì 25 novembre alla Stazione Marittima del capoluogo
giuliano. In tale occasione, Trieste Terminal Crociere e Autorità Portuale di
Trieste si confronteranno, con istituzioni e operatori, focalizzando
l’attenzione anche sulle tematiche relative all’impatto economico e ambientale
della crocieristica. Il convegno è, infatti, finalizzato sia a fare il punto
sulle potenzialità del terminal, sia a presentare la carta in più che Trieste
intende giocarsi rispetto ai competitor: quella di “Porto Blu”. Un concetto
catalizzatore di attività economiche sostenibili e sicure, che testimonia
un’attenzione costante alla tutela dell’ambiente e quindi una capacità di porre
a fattore comune, sia a mare sia a terra, l’unicità della proposta, derivante
da un approdo nel centro storico della città, ma anche dalla ricchezza di
itinerari turistici, culturali, naturalistici ed enogastronomici. Quello di
“Porto Blu” – afferma il presidente di Trieste Terminal Passeggeri – è uno dei
progetti mirati a fare di Trieste un di successo, anche attraverso l’offerta di
pacchetti di crociere eco-compatibili. “Siamo consci, ma anche fortemente
motivati circa la necessità di imprimere una accelerazione notevole allo sforzo
commerciale in atto – ha sottolineato il presidente dell’Autorità Portuale,
Marina Monassi – recuperando il tempo perso e innescando, anche attraverso le
crociere, quella positiva reazione a catena destinata ad avere ricadute
sull’intera progettualità del porto e quindi anche della città.”