La compagnia giapponese
Sanko Steamship ha chiesto una moratoria ai suoi creditori, avvertendo di
trovarsi sull’orlo del disastro finanziario. La richiesta di moratoria è
finalizzata al mantenimento di un livello minimo di cash flow, sufficiente a
mantenere l’operatività ordinaria. Nel frattempo sono in corso trattative con i
creditori per la ristrutturazione del debito. L’esercizio fiscale al 31 marzo
2011 fu chiuso con la perdita di $ 173 milioni. L’esercizio attuale è risultato
maggiormente critico, con l’effetto combinato dell’aumento dei costi fissi, ad
iniziare dal bunker, e della depressione dei noli, oltre alla difficoltà di
cambio determinata dal rafforzamento dello yen. Dall’inizio del 2011 sono state
vendute dodici navi, fra Supramax ed Handymax. La compagnia ha un portafoglio
ordini di almeno 12 navi per un tonnellaggio complessivo di 369.000 dwt presso
i cantieri Oshima Shipbuilding, Universal Shipbuilding, Usuki Zosensho,
Hakodate Dock, Sasebo Heavy Industries e Kawasaki Heavy Industries. La flotta è
attualmente costituita da 195 navi, di cui 72 navi dry bulk, 52 tanker, 29
portacontainer e  36 supply vessel per attività offshore. La maggior parte
delle navi in flotta sono state noleggiate per lungo periodo: in particolare,
67 navi sono in time-charter da armatori giapponesi. A causa di una forte
espansione della flotta Handysize in condizioni di mercato non dissimili da
quelle di oggi, già nel 1985 Sanko fu protagonista della più grande bancarotta
del dopoguerra, con debiti di oltre 520 miliardi di yen.