Tre numeri uno riuniti in una stanza. Per affrontare il caso Vado. Per capire quale potrà essere il percorso futuro della piattaforma. Il numero uno della Maersk, Nils Andersen, affiancato da tutto lo stato maggiore del gruppo. Il numero uno della Regione Liguria, Claudio Burlando. E il numero uno dell’Autorità portuale di Savona, Rino Canavese. Incontro ristretto e riservatissimo, convocato giovedì scorso nella sede della Maersk, a Genova, Magazzini del Cotone.

 

Un’occasine voluta da Maersk, nata in realtà sulla scia delle frizioni che si erano registrate qualche settimana fa tra il governatore ligure e il gruppo danese su alcune scelte relative agli organici genovesi. Ma diventata, nel frattempo, dopo la vittoria di Attilio Caviglia a Vado, un’ottima opportunità per capire quale piega politica potrà prendere l’iter della piattaforma portuale che si dovrebbe realizzare. Gli elementi importanti emersi alla fine dell’incontro sono stati essenzialmente due: Maersk ha confermato le sue scelte strategiche per la portualità ligure e ha ribadito la sua volontà di crescere in questo ambito, a cominciare quindi dall’avanzamento del progetto piattaforma. Si tratta, ovviamente, di una delle risposte più attese dopo il voto elettorale.

 

Una delle preoccupazioni maggiori, tra i sostenitori della presenza di Maersk a Savona, cruciale per il porto e per lo sviluppo economico complessivo del territorio, era che la nuova guida del Comune di Vado potesse convincere i danesi ad abbandonare il progetto. Un’eventualità che è stata decisamente esclusa dal numero uno di Maersk: «Non c’è alcuna intenzione di ritirarsi o di arretrare rispetto ai programmi», è il messaggio che Nils Andersen ha voluto dare alla Regione e all’Authority. Il secondo elemento significativo affiorato durante il confronto è stata la conferma, da parte di Burlando, che i passaggi politici fondamentali per l’approvazione del progetto sono già stati ampiamente avviati.

 

Ad Andersen che chiedeva quale scenario si sarebbe potuto delineare con Attilio Caviglia sindaco, il governatore non ha potuto far altro che ribadire quanto sia già stato formalmente – e quindi politicamente – compiuto. Nessun livello istituzionale, è il senso del discorso fatto dal presidente della Regione, può disporre diversamente rispetto alle decisioni prese per quanto riguardo la variante urbanistica del piano regolatore di Vado, per quanto riguarda l’accordo di programma che è stato sottoscritto da tutti i soggetti interessati. Burlando ha ricordato inoltre che tutti gli atti politici sono stati compiuti con la stessa Regione che ha accolto tutte le richieste migliorative del progetto avanzate dallo stesso Comune di Vado.

 

Oggi si attende solo il giudizio finale della Via, la valutazione di impatto ambientale, che rappresenta però un fatto meramente tecnico, non politico. Senza contare, come è stato complessivamente sottolineato, che Maersk ha vinto una regolare gara europea per aggiudicarsi il progetto; che sono stati già stanziati finanziamenti europei; che la stessa Liguria ha dirottato su Vado molti fondi. Tutti argomenti peraltro noti.

 

Ma che, ribaditi in quella sede, hanno confermato quanto la volontà di Maersk di proseguire sulla sua strada poggi su solide basi. Il senso ultimo di questo vertice riservatissimo, dunque, conforta per un verso le preoccupazioni di Rino Canavese e dell’Autorità portuale di Savona. La conferma dell’interesse strategico di Vado, per la Maersk, equivale a garantire che qui si dovrà insediare l’unico terminal per le navi di grandi dimensioni in grado di servire il mercato. E offre una risposta importante anche alle altre grandi compagnie oggi dislocate nei vari porti liguri e che restano sicuramente ancorate in modo più saldo se Maersk resta a Vado.

 

Per altro verso, lo stesso scenario politico disegnato da Burlando per quanto riguarda i passaggi formali del progetto evidenziano la complessità del rebus che il nuovo sindaco di Vado si trova davanti. Sotto questo profilo, l’incontro che si è svolto ai Magazzini del Cotone, ha cercato di sondare potenziali vie d’uscita. Andersen ha chiaramente detto che Maersk non intende assolutamente andare allo scontro «wall to wall», muro contro muro. Non è nelle tradizioni del gruppo danese, non appartiene alla sua filosofia, e le operazioni e i business realizzati in tutto il mondo, dal Mediterraneo all’Asia, dal Medioriente al Sudamerica, sono lì a testimoniarlo. Che fare, allora? Sicuramente gli uomini del gruppo danese, nei prossimi giorni, incontreranno sia il sindaco di Vado sia il nuovo presidente della Provincia di Savona.

 

Anche insieme a questi due nuovi soggetti politici, si cercherà di individuare la soluzione migliore possibile per coniugare le legittime richieste dei cittadini di Vado e le necessità del porto. Un’accelerazione di scelte già approvate, come la cancellazione del parco carbone più vicino alle case, potrebbe già essere una prima risposta. «Meglio si fa per Vado, meglio sarà per tutti», è stato detto alla fine del vertice. Può essere uno slogan credibile, per cominciare.

 

(da: shippingonline.ilsecoloxix.it del 20.06.2009)