Il progetto Autostrade del mare – quello con sigilli, crismi e taglio di nastro inaugurale – non c'è ancora, ma già viaggiano sull'acqua circa 650 mila autotreni all'anno. Lo ha ricordato Fabio Capocaccia, ieri mattina a Savona, intervenendo al quinto appuntamento del “road tour” organizzato da Confitarma e Wista Italia per sviluppare i rapporti tra le imprese di navigazione e il territorio. E la tappa di Savona ha rappresentato anche la prima presenza ufficiale di Capocaccia come presidente di Rete Autostrade Mediterranee.

Appuntamento reso importante dalla presenza del sottosegretario alle Infrastrutture e Trasporti, Paolo Mammola, del presidente di Confitarma Giovanni Montanari, del capo unità della Divisione energia e trasporti della Commissione europea Stefan Tostmann, del presidente di Costa Crociere, Pier Luigi Foschi. Con quest'ultimo impegnato a fare gli onori di casa perché il convegno – sul tema “Autostrade del mare: una sfida europea” – si è svolto al Palacrociere, la Stazione Marittima di Savona in concessione a Costa Crociere che ha appena ottenuto la certificazione Isps in materia di security.

“Da marzo, quando Ram è stata costituita – ha detto Capocaccia – abbiamo avviato contatti a 360 gradi, presentando la società agli Stati membri mediterranei dell'Unione europea per avviare un lavoro comune. L'8 luglio saremo a Bruxelles, il 12 a Malta e il 19 in Slovenia. Poi, a settembre tireremo le somme e verificheremo se c'è la volontà di costituire un forum permanente con i paesi interessati al progetto delle Autostrade del mare”. Perché è chiaro che l'iniziativa, fortemente sostenuta dalle istituzioni e guardata con favore dagli armatori, può avere un futuro se potrà estendersi ad aree geografiche in grado di generare un traffico interessante da trasferire da strada a nave.

Certo, i problemi non possono essere risolti con la bacchetta magica e neppure ci si possono attendere miracoli dalla costituzione di una società ad hoc, controllata da Sviluppo Italia, cioè dal ministero dell'Economia. “Ma il governo – ha assicurato il sottosegretario Mammola – è pronto a fare la propria parte per dare gambe al progetto, integrando i contributi comunitari. Ma è ormai tempo che il pallino passi agli armatori, che dovranno confrontarsi con le Autorità portuali e, naturalmente, con gli autotrasportatori. E per creare condizioni favorevoli non basterà fare una banchina o mettere in servizio navi più veloci. Bisogna mettere in piedi un servizio che funzioni, facendo attenzione a non allargare troppo la borsa con l'autotrasporto”.

“Bisogna fare sistema, tra tutti i soggetti coinvolti – ha convenuto il presidente di Confitarma, Montanari -. E' vero che l'autotrasporto ha un'enorme influenza e può alzare il prezzo. Però, capisco anche che è difficile cambiare mentalità. Il camionista che va su strada ha sempre la speranza, chilometro dopo chilometro, di trovare un carico per il ritorno. Se sale su una nave non ha questa possibilità, e va in qualche modo risarcito. Almeno all'inizio servono degli incentivi, poi, a gioco lungo, il sistema può assestarsi”.

Per l'Autorità portuale di Savona è stata una buona occasione per mettere in vetrina quello che potrebbe essere il proprio “casello” di Vado Ligure strutturato su quattro accosti di nuova costruzione (Calate Nord) in concessione a Forship (Corsica e Sardinia Ferries) ma utilizzabili per le ro-ro. Anche se il dibattito sull'opportunità di dedicare strutture portuali alle Autostrade del mare è tutt'altro che chiuso. Si tratta di un traffico che per il porto non ha valore aggiunto, non offre lavoro e anzi la caratteristica che più lo valorizzerebbe è la velocità di attraversamento dell'area portuale. E questo rischia di diventare un altro pesante condizionamento.